Giornata mondiale contro il cancro, con prevenzione e diagnosi precoci ogni anno si potrebbero salvare 3,7 milioni di vite

Giornata mondiale contro il cancro, con prevenzione e diagnosi precoci ogni anno si potrebbero salvare 3,7 milioni di vite

Nella giornata di ieri 4 febbraio si è celebrata la giornata mondiale contro il cancro con lo slogan "I Am And I Will" (Sono e Sarò). Il cancro è la seconda causa di morte al mondo dopo le malattie cardiovascolari.

La giornata contro il cancro nasce per iniziativa della Union for International Cancer Control (UICC), secondo le cui stime ogni anno muoiono per questa patologia circa 9.6 milioni di persone, con una differenziazione di genere, infatti, in media un uomo su cinque e una donna su sei in tutto il mondo sviluppa il cancro nel corso della vita, con una mortalità di un caso su otto per gli uomini e di un caso su 11 nelle donne.

La maggior parte dei decessi, circa il 70 % del totale, avviene nei paesi a basso e medio reddito dove non viene effettuata un'adeguata prevenzione, con la quale invece almeno un terzo dei tumori comuni sono prevenibili. Le mutazioni genetiche hanno un ruolo solo tra il 5-10% dei tumori mentre i determinanti spesso sono dovuti a stili di vita sbagliati, tra cui spiccano il consumo di tabacco e alcol, causa di poco meno di un terzo dei tumori (27%).

Tramite adeguate campagne di prevenzione e diagnosi precoci, ogni anno potrebbero essere salvate 3,7 milioni di vite, con un risparmio anche in termini economici sia sul piano sanitario che di produttività e impoverimento dei redditi familiari.

Oggi il cancro costa al sistema a livello globale 1,10 trilioni di dollari. Con un investimento di 11,4 miliardi di dollari in strategie di prevenzione, si potrebbero risparmiare 100 miliardi di dollari in costi sanitari per il trattamento della malattia.

Nel frattempo il Ministro della salute, Giulia Grillo, ha inviato al Parlamento il Rapporto sullo stato di attuazione della legge n. 38 del 15 marzo 2010 "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore - 2015-2017".

Dal Rapporto vengono evidenziate luci ed ombre nell'accesso e nell'offerta di questo tipo di cure. Se si registra, dal 2015 al 2017, un aumento complessivo del numero di hospice sul territorio nazionale passati da 231 a 240 con un aumento di 226 posti letti che portano l'offerta totale a 2.777 posti letti, dall'altro si denuncia ancora una certa disomogeneità nell'offerta sul territorio nazionale con Regioni in surplus (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio) e Regioni in grave deficit (Piemonte, Toscana, Campania, Sicilia) e una carenza nell'offerta formativa in cure palliative per gli operatori sanitari, particolarmente critica nelle Reti di cure palliative e terapia del dolore pediatriche.

A distanza di circa 20 anni dalla legge n.39/1999, che ha stanziato 206 milioni di euro per la costruzione degli hospice e l'organizzazione delle reti assistenziali, risulta utilizzato dalle Regioni il 94% delle risorse.

Nel triennio dal 2015 al 2017, l'andamento percentuale della durata dei tempi di attesa tra la ricezione della ricetta del medico curante e la presa in carico del paziente in hospice, conferma percentuali elevate di ricoveri con tempi di attesa inferiori ai 2 giorni, seguite da quelle dei ricoveri con tempi di attesa da 4 a 7 giorni.

Nel 2017, il numero totale di pazienti assistiti a domicilio ha raggiunto le 40.849 unità. Rispetto all'anno 2014 si registra un aumento del numero totale di pazienti assistiti pari al 32,19% per un totale di 326 mila giornate di cure palliative erogate a domicilio. Nonostante l'incremento rilevante, il numero di giornate di cure palliative erogate a domicilio resta assai distante dallo standard individuato dal DM n.43 del 2007.

Ad oggi, l'unica informazione significativa sulla terapia del dolore attiene al consumo territoriale di farmaci oppioidi, che ammonta nel 2017 a più di 16 miliardi di dosi, 1,6% in più rispetto al 2016.

05/02/2019

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