Un'esplosione di colore. Riapre Casa Balla a Roma

Un'esplosione di colore. Riapre Casa Balla a Roma

L'appartamento al IV piano di Oslavia 39B, a Prati. Dalla pagina Cultura di Conquiste del lavoro di Paolo Spirito

Se, come scrisse Victor Hugo, "Dal guscio in poi si può indovinare il mollusco, dalla casa si può indovinare l'abitante", allora questo appartamento al quarto piano di Oslavia 39B, nel quartiere Prati – dove l'artista torinese Giacomo Balla visse dal 1929 al 1958, anno della sua morte, con le figlie Luce ed Elica – può sicuramente raccontarci la storia del suo proprietario fuori dal comune.

È qui che, nel tempo, Balla sviluppò le teorie sulla pittura futurista che espresse nel suo "Manifesto del Colore" del 1918, con parole che oggi potrebbero servire a descrivere la sua casa romana: "Un'esplosione di colore [...] così gioioso, audace, aereo, riciclato elettricamente, dinamico, violento".

In via Oslavia, Balla e le sue due figlie hanno riutilizzato scarti di vari materiali per realizzare fiori, messo insieme tonalità chiare, schermi e appendiabiti, creato arazzi e pergamene e cucire abiti futuristi. Facevano ceramiche, coloravano le pareti e decoravano cornici, usando strumenti che oggi si dice giacessero ancora lì dentro, su un tavolo, tra alcuni cavalletti e vecchie sedie.

Si dice che parte dell'attrezzatura creativa di Balla sia ancora in quelle stanze, illuminate dalla loro spettacolare esplosione di colore. E la diffusa volontà di rendere tutto questo aperto al pubblico attende da anni di realizzarsi.

Fervono quindi i lavori per l'apertura della casa-museo di Giacomo Balla (1871 - 1958) in via Oslavia 39B nel quartiere Prati a Roma. Le date da mettere in agenda sono ufficiali, dal 26 maggio al 24 ottobre per una prima fase che rientra nel progetto curato dal Maxxi in collaborazione con la Soprintendenza speciale di Roma.

Le porte, i lampadari, i rivestimenti delle pareti, i mobili delle stanze, tutto è nel nome dell'estro del grande Balla, portentoso artista torinese, ma romano d'adozione, pioniere del Futurismo, declinato in possibili risvolti scientifici e tecnici nell'arte, segnati da intuizioni geniali come lo sconfinamento nella realizzazione di oggetti di uso quotidiano. Et voilà, lo spettacolo va in scena in questo appartamento dove Balla ha vissuto dal 1929 con la moglie Elisa all'anno della morte nel 1958 e, dopo di lui, sono rimaste le figlie Elica e Luce (nomi quanto mai evocativi delle sue ricerche appassionate) fino agli anni Novanta.

Come racconta Bartolomeo Pietromarchi che con Domitilla Dardi ha curato il progetto su Balla per il Maxxi: "Casa Balla diventa la sua tela e materia, espressione concreta di un artista totale". D'altronde, scrivevano nel 1915 Giacomo Balla (1871 - 1958) e Fortunato Depero (1892 - 1960) nel loro Manifesto per la ricostruzione futurista, l'idea risoluta era quella di «ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente».

La casa di Balla in via Oslavia rispecchia esattamente questo credo. Uno scrigno che è stato al centro di un lungo, faticoso, complesso intervento di restauro, supervisionato dai tecnici della Soprintendenza, ma che non ha mai aperto i battenti al grande pubblico. Se ne era parlato intensamente nel 2009 (all'epoca l'allora assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi seguiva da vicino le fasi di restauro con l'idea di aprirlo, col sogno di mettere in rete in un circuito virtuoso le case-museo degli artisti di Roma). Ora dopo anni di silenzio, la svolta con il programma curato dal Maxxi "Casa Balla. Dalla casa all'universo e ritorno".

"Finora mai aperta al pubblico - dice Pietromarchi - dopo la morte delle figlie, la casa è rimasta chiusa per una serie di ragioni ereditarie. All'inizio degli anni Duemila è stato posto il vincolo dalla Soprintenendenza come bene storico di particolare importanza artistico-culturale e la Banca d'Italia, negli ultimi anni, ha visto piccoli interventi di restauro. Ora, per la prima volta, abbiamo stretto un accordo con gli eredi per aprirla in sicurezza, con visite guidate su prenotazione di piccoli gruppi", ogni fine settimana per cinque mesi". Il suo futuro? "Per il momento - conclude Pietromarchi - l'apertura dell'appartamento è legata a questo progetto. Ma speriamo davvero sia il primo passo per restituirla al pubblico in maniera permanente".

L'apertura della Casa Balla avrà il suo evento pendant nella Galleria 5 del Maxxi con una mostra che raccoglie disegni, oggetti, bozzetti, arredamenti, messi in dialogo con opere create appositamente da architetti, artisti e designer italiani e internazionali contemporanei. Evento realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mic e il contributo di Banca d'Italia. 

Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1 marzo 1958) è stato un pittore, scultore, scenografo e autore di "paroliberi" italiano. Fu un esponente di spicco del Futurismo firmando assieme agli altri futuristi italiani i manifesti che ne sancivano gli aspetti teorici.

Sperando di tornare a viaggiare e visitare nuovamente musei e mostre, in attesa del tempo che verrà, vi lasciamo con un bel video per visitare virtualmente la casa del futurista Giacomo Balla.

Si ringrazia  Conquiste del Lavoro per la riproduzione dell’articolo.

13/04/2021

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