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Le disuguaglianze crescono

20/11/2025
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Le disuguaglianze crescono

I cittadini rinunciano a curarsi perché poveri

I dati che comunica l’Istat relativi al 2024 danno questo spaccato della realtà del nostro Paese. Abbiamo il record della povertà assoluta ed i cittadini meno abbienti in relazione ai disservizi delle liste d’attesa e dunque dell’inadeguatezza del servizio sanitario pubblico sono costretti a rinunciare alle cure private non potendo sopportarne la spesa.

La povertà in questo stato di cose alimenta la rinuncia alle cure. Questa problematica riguarda pressoché il 10% della popolazione, una percentuale che è aumentata di anno in anno, un fenomeno assolutamente ingiusto ed insopportabile.

La difficoltà di accesso alle cure infatti, è molto grande, le liste d’attesa del servizio Sanitario Nazionale così lunghe e difficoltose nella risposta ai bisogni delle persone, determinano l’effetto che chi ha basso reddito deve rinunciare alle prestazioni specialistiche essenziali. E ciò, perché non possono permettersi il costo della prestazione privata.

Tale condizione evidenzia un progressivo deterioramento del diritto alla salute. Bisogna fare di più sia a livello governativo che a livello regionale. Serve un potenziamento degli organici, medici ed infermieri, adesso, perché la situazione peggiorerà nel prossimo periodo a causa dei pensionamenti del personale.

L’Italia ha i medici più anziani dell’intera Europa, i quali meritano dopo tanti anni dedicati al servizio sanitario di andare in pensione. Il numero di infermieri poi, in rapporto alla popolazione è il più basso della comunità europea.

Non possiamo che lanciare le nostre grida di allarme rispetto a tale situazione che inevitabilmente peggiorerà in futuro senza massicci interventi pubblici.

Come può reggere infatti, la sanità pubblica composta da personale anziano e che si svuoterà per i conseguenti pensionamenti, a fronte di un Paese che invecchia e ha bisogno di cure?

Rinviare interventi strutturali ed organici sulla sanità e sul sociale significa aumentare le disuguaglianze già notevoli e diffuse.

La legge sugli anziani (33/23) fortemente voluta dalla nostra Federazione dei pensionati, senza finanziamenti rimane sostanzialmente sulla carta. Molte persone si debbono arrangiare ed assistere i più fragili e con disabilità senza riconoscimenti e sostentamenti tangibili.

Bisogna cambiare rotta e noi ce la metteremo tutta per indurre le Istituzioni ad intervenire sulla povertà ed a garantire a tutti i cittadini il diritto universale alla salute e all’assistenza.

 

 


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