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L’Italia migliora i conti pubblici

24/09/2025
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L’Italia migliora i conti pubblici

Avanti con la riforma fiscale e con la piena perequazione delle pensioni

L'Italia rispetto alla crescita ed al debito pubblico è in una migliore posizione di qualche anno fa, tuttavia il livello del debito continua ad essere alto e pertanto da un lato si rende necessario aumentare il Prodotto interno lordo e dall’altro si deve ridurre ancora il debito pubblico.

Il debito elevato, come è noto, produce spese per gli interessi e conseguentemente molte risorse non possono essere indirizzate in istruzione, welfare, salute e sicurezza.

Per stimolare la crescita è vitale accelerare sulle riforme strutturali: fisco, zero burocrazia, rafforzare la competitività e stimolare il mercato interno anche aumentando il potere d’acquisto di salari e di pensioni.

La questione salariale attanaglia il nostro Paese da molti anni, i redditi dei lavoratori non crescono e solo recentemente con i rinnovi contrattuali si è ridotto parzialmente questo trend che è un’anomalia tra le economie avanzate.

Questione che riguarda il lavoro povero ma anche la fascia media su cui grava il grosso del carico fiscale che sostiene il nostro welfare.

Riformare le tasse quindi è la via maestra, snidando gli evasori ed abbassando le tasse a chi le paga certamente alla fonte come noi pensionati.

Il Governo annuncia di volere portare l’aliquota Irpef dal 35 al 33%, noi siamo d’accordo ma abbiamo richiesto di passare dal 35 al 32% le aliquote per rispondere in modo più utile ai redditi medi.

Non solo, abbiamo rivendicato altresì, la piena e totale rivalutazione delle pensioni, per tutte le fasce di reddito, senza penalizzazioni o adeguamenti parziali.

Basta ricordare a tale riguardo che le pensioni in essere, sono determinate da contributi versati per lunghi decenni di attività lavorativa e non sono una concessione dei governi di turno.

La mancata rivalutazione non solo è ingiusta ma anche non conforme al dettato costituzionale se non è a carattere temporaneo e si protrae nel tempo.

Proponiamo al governo un sistema sostenibile che garantisca a tutte le pensioni la rivalutazione piena, perché gli impatti negativi sul ceto medio sono stati evidenti e non possono perdurare.

Basti pensare che in trent’anni le pensioni medio- alte hanno perso oltre un quarto del loro potere d’acquisto.

Nella prossima legge di bilancio in via di predisposizione da parte dell’Esecutivo, la rivalutazione di tutte le pensioni deve essere opportunamente finanziata per assicurare equità e coesione sociale ancor più necessaria nel clima crescente di tensioni che attraversa il Paese. 


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