Spesa sanitaria, rispetto al PIL è passata da una incidenza del 5,9% nel 2002 al 6,7% nel 2017

Spesa sanitaria, rispetto al PIL è passata da una incidenza del 5,9% nel 2002 al 6,7% nel 2017

In questi giorni è stato pubblicato dal Ministero dell'Economia e Finanze (MEF) il Rapporto ad opera della Ragioneria di Stato sul monitoraggio della spesa sanitaria 2018.

Il Rapporto sottolinea come il nostro Sistema sanitario sia caratterizzato per essere un modello a doppia Governance, con lo Stato che indica i Livelli essenziali di Assistenza ed eroga le risorse per garantirli e le Regioni che erogano le cure e gestiscono le risorse sul territorio.

Il nostro sistema, considerato dall'Organizzazione mondiale della sanità tra i primi al mondo per la qualità delle prestazioni, nonché per l'equità e l'universalità di accesso alle cure, deve garantire determinati standard di qualità che rendono necessario un monitoraggio costante della spesa da parte dei Ministeri della Salute e delle Finanze affinché non ci siano rischi di sostenibilità per il sistema.

Il bilancio della spesa sanitaria nel 2017, nonostante i buoni risultati ottenuti nell'ultimo decennio dall'attuazione dei Piani di rientro nelle regioni “meno virtuose”, registra tuttavia ancora un disavanzo di 1,1 miliardi, in crescita di 168 milioni rispetto ai 934 milioni del 2016, concentrato per lo più nelle Regioni autonome (nel complesso 821 milioni).

I dati del rapporto della Ragioneria dicono che la spesa sanitaria corrente è passata nel periodo 2002-2017 da 78.977 milioni di euro a 114.177 milioni di euro, con un incremento in valore assoluto pari a 35.200 milioni di euro e un tasso di crescita medio annuo del 2,5%, mentre nello stesso periodo il PIL è cresciuto in proporzione di meno, passando da 1.345.794 milioni di euro a 1.716.935 milioni di euro, con un aumento in valore assoluto di 371.141 milioni di euro e un tasso di crescita medio annuo pari all'1,6%. In rapporto al PIL, la spesa sanitaria corrente è passata da un'incidenza del 5,9% del 2002 al 6,7% del 2017. Tuttavia bisogna sottolineare che la crescita della spesa corrente negli ultimi anni (2011-2017) si è sostanzialmente fermata registrando un tasso di crescita medio annuo dello 0,5%.

Andando ad analizzare le diverse voci di spesa vediamo che quella per il personale, che rappresenta circa il 30,1% di quella totale, è rimasta quasi invariata rispetto al 2016 perdendo solo uno 0,3% a causa del blocco del turn over nelle regioni sottoposte ai piani di rientro e al mancato rinnovo dei contratti, mentre la spesa per la farmaceutica è diminuita di tre punti percentuali, passando dal 7,6% al 4,6%.

Infine, per quanto attiene la spesa privata dei cittadini (Medici e Strutture accreditate del SSN, ticket, strutture sanitarie e socio-sanitarie non accreditate, medicinali veterinari, farmacie, parafarmacie, ottici e diverse categorie professionali) nel 2017 sono state trasmesse al fine della dichiarazione dei redditi spese per un ammontare di 30,5 miliardi. Di queste il 33% riguardano le spese odontoiatriche, il 22% per strutture autorizzate non accreditate, il 20% per strutture private, il 18% per i medici e il 7% per spese presso strutture pubbliche.

04/02/2019

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