La notizia che dagli anni del dopoguerra non si era mai registrato un anno con una mortalità così elevata come nel 2015 (9,1%), ha suscitato sorpresa e preoccupazione. Si tratta di una frenata nella crescita delle aspettative di vita (-0,2% per gli uomini e -0,3% per le donne).

Ciò farebbe temere una inversione di un trend ormai consolidato. Peraltro, il fatto che siano più di 3 milioni le persone costrette a rinunciare alle “cure” sanitarie per cause economiche, può avere una qualche influenza, visto che contemporaneamente calano anche le spese out of poket.

È lecito pensare che alla base dei due fenomeni ci sia un sistema sanitario pubblico fortemente maltrattato dalla “politica”, dalla pressione degli interessi corporativi e capitalistici e da una frattura con le comunità di riferimento. Il primo elemento da mettere sotto accusa è l'insistenza centralistica per una sempre maggiore efficienza di tipo aziendale, il “cottimo” calcolato sulla quantità di
produzione di “cure” in rapporto al tempo impiegato.