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Fnp Sardegna

Aree interne: dove la vita non vuole morire. L'impegno della comunità cristiana, della società civile e della politica

"Aree interne: dove la vita non vuole morire. L'impegno della comunità cristiana, della società civile e della politica

Alberto Farina: "La presenza dell’anziano è un richiamo forte agli amministratori locali per la salvaguardia dei piccoli centri

Anche la FNP regionale parteciperà  al convegno «Aree interne: dove la vita non vuole morire. L'impegno della comunità cristiana, della società civile e della politica», organizzato dalla parrocchia di un piccolo centro agricolo  - Seuni ( 50 chilometri da Cagliari) - per una riflessione corale e proposte concrete sui temi dello spopolamento  e della “fuga” dai piccoli centri. La manifestazione, in programma sabato 30 settembre, vuole ricordare il  decimo anniversario della venuta in Sardegna di Papa Francesco (22 settembre 2013) e il suo primo discorso dedicato mondo del lavoro.

 Alberto Farina, segretario generale regionale della Federazione  nazionale pensionati, i sindaci del territorio, l’editore del quotidiano” L’Unione sarda”, i rappresentanti dell’associazionismo  organizzato, l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI, Giuseppe Baturi, e monsignor Corrado Melis vescovo di Ozieri, punteranno i riflettori  su una vera emergenza  socio-demografica, che ha  profonde ricadute  sulla vita delle piccole comunità.

Spopolamento e “fuga” dai piccoli centri  sono ormai diventati un   problema anche pastorale che interroga non poche delle 226 diocesi italiane. In Sardegna l’anno scorso su un totale di 377 comuni ben 373 hanno perso almeno un residente: di questo passo, 300 municipi si spopoleranno in modo grave nei prossimi 20 anni, mentre 31 corrono il rischio di scomparire entro 50 anni.  Il 31,6 %  dei comuni (119) ha un numero di abitanti inferiore a 1000;  di cui  73   con popolazione compresa tra 500 e 999 residenti. Nel 2050 l’isola perderà un quinto della popolazione.

E’  la prima volta che in Sardegna la Chiesa discute in modo approfondito il problema degli effetti, non solo socio-demografici, dell’abbandono  delle piccole comunità delle aree interne e sulle iniziative delle diocesi per contrastare  il fenomeno. L’orientamento dei vescovi italiani è chiaro «Non ci rassegniamo ad accompagnarle alla fine, in una sorta di accanimento terapeutico – hanno scritto recentemente i presuli al termine di un incontro  sullo stesso tema avvenuto tra vescovi nel luglio scorso a Benevento -  ma vogliamo costituirci baluardo, forza per difenderle, dando vita a reti solidali capaci di attivare sinergie».

«Le aree interne possono divenire un laboratorio d’idee, una risorsa viva, un tesoro straordinario per tutta la Sardegna», dice don Gianni Zuncheddu, avvocato rotale, assistente spirituale della parrocchia di Seuni, promotore dell’iniziativa di sabato prossimo. Monsignor Baturi, relatore principale del convegno di sabato, in uno dei suoi interventi a Benevento  ha detto: «La promozione di reti comunitarie, in grado di essere prossime, è un fattore decisivo per la vita e il benessere delle popolazioni, anzitutto perché la cura delle persone all’interno di queste reti comunitarie condiziona la qualità della vita e costituisce una sorta di terapia preventiva rispetto al degrado e all’incuria».

« La riflessione corale  sul problema dello spopolamento – dice Alberto Farina – è un’occasione per ribadire  il ruolo che  gli anziani possono svolgere nelle piccole comunità per conservarne cultura, tradizioni, per monitorare il paesaggio dai rischi idrogeologici dell’abbandono. In una parola per farli  diventare nuovamente attrattivi. La presenza dell’anziano è un richiamo forte  agli amministratori della cosa pubblica per la ricerca  di nuove linee di sviluppo che comprendano anche la salvaguardia dei piccoli centri. Noi continueremo a lottare per la sopravvivenza dei comuni più a rischio spopolamento delle zone interne, coniugando animazione sociale e qualità della vita».

Mario Girau

28/09/2023

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