PUBBLICAZIONI: Contromano N.46

Contromano N.46

Contromano N.46

Settembre - Ottobre 2021

È difficile scrivere un addio. È difficile se chi ci ha lasciato è stato un amico e ci accorgiamo che con lui se ne va anche qualcosa della nostra vita.

E però, al tempo stesso, non possiamo non riflettere su quanto siano vere le parole di chi ha detto che non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.

Quello legato a Gigi Bonfanti, che ci ha lasciato all’improvviso una notte appena iniziata di luglio, è un ricordo vivissimo, tanto è recente il saluto che tutta la famiglia della Cisl, insieme ai suoi cari, è stata costretta a dargli. Ma ciò che vale oggi varrà per il tempo a venire: noi continueremo a ricordarlo, a pensare al privilegio di averlo conosciuto e di aver condiviso con lui anni intensi di attività sindacale, a custodire l’esempio di un uomo che ha speso gran parte della sua vita per difendere i diritti e garantire le tutele dei lavoratori e dei pensionati, avendo a cuore le condizioni e le sorti delle famiglie italiane.

Questo ha sempre fatto, Gigi. Qualunque ruolo sia stato chiamato a ricoprire: alla guida della Cisl Medici, della Federazione del Pubblico impiego, colonna della segreteria nazionale confederale e poi per undici anni, fino a febbraio del 2020, della Federazione dei pensionati.

Chiunque abbia avuto modo di avere a che fare con lui, lungo questo percorso così come nella vita personale, sa bene che non si corre il rischio della retorica, a sottolinearne la generosità, la mitezza del carattere e insieme l’energia che sapeva mettere in ogni momento delicato, sempre accompagnata da una calma e da una saggezza che davvero trasmettevano un grande senso di competenza, di sicurezza, di convinzione in quello che si stava facendo, nelle idee e nelle battaglie che si stavano portando avanti.

E su tutte, vorrei dire, spiccava una dote che aveva affinato sul campo, all’inizio degli anni Novanta nella stagione di quella pratica concertativa che salvò il Paese in un delicatissimo momento di crisi: la capacità di dialogo, di confronto, di ricerca della mediazione e della sintesi. In nome del bene comune. Cercando sempre di “cucire” con pazienza gli strappi e di trovare punti di caduta efficaci, in grado di tutelare le esigenze del mondo del lavoro rispettando e curando, allo stesso tempo, l’interesse generale.

Tutte qualità, queste, che gli erano proprie e che davvero servirebbero – servono – come il pane anche e soprattutto oggi. Non molto tempo fa, ricordando una figura storica del sindacalismo italiano, Franco Marini, mi è capitato di riprendere alcune sue parole. Alla domanda su quale fosse stata la professione svolta nella vita, nonostante gli incarichi istituzionali prestigiosi ricoperti dopo gli anni alla guida della Cisl, Marini rispondeva: “Il sindacalista, perché sono e sempre sarò un sindacalista, per stare in mezzo alla gente, per la gente, per i lavoratori e per le lavoratrici, per i nostri giovani”.

Ecco, non ho davvero alcun dubbio sul fatto che questa stessa definizione si possa attagliare alla perfezione anche alla figura di Gigi Bonfanti. Un sindacalista vero. Un militante e un dirigente come pochi. Un uomo generoso e per bene, che tutta la comunità della Cisl porterà nel cuore lungo il cammino che anche grazie al suo insegnamento saprà compiere oggi e in futuro.

Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL


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