DOPO COVID: Allerta carenza di farmaci e attrezzature mediche

DOPO COVID: Allerta carenza di farmaci e attrezzature mediche
22/07/2020
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DOPO COVID: Allerta carenza di farmaci e attrezzature mediche

La carenza di farmaci e attrezzature mediche evidenziata dalla crisi sanitaria di COVID-19 è un problema in crescita per i sistemi sanitari nazionali e mette a rischio la salute dei pazienti.

La crisi sanitaria, ha evidenziato un problema comune a diversi sistemi sanitari nazionali.

Lo scorso aprile l'Alleanza degli ospedali universitari europei ha avvertito che la crescente richiesta da parte delle unità di terapia intensiva di anestetici, antibiotici, rilassanti muscolari e farmaci “off-label” (cioè utilizzati per indicazioni diverse da quelle per le quali sono autorizzati) per curare il COVID-19, potrebbe portare a un esaurimento delle scorte. Con il calo della produzione, problemi logistici, divieti di esportazione e stoccaggio dovuti all'attuale crisi sanitaria, è aumentato il rischio di carenze.

D'altronde non si tratta di un problema nuovo. Tra il 2000 e il 2018 la carenza di farmaci nell'UE è aumentata di venti volte. Secondo una nota della Commissione europea, la disponibilità di prodotti essenziali ampiamente usati continua a diminuire.

Oltre il 50% dei farmaci in esaurimento sono medicinali per il trattamento di cancro, infezioni e disturbi del sistema nervoso (epilessia, Parkinson).

Le cause sono complesse e includono problemi di produzione, quote industriali e commercio parallelo legale (cioè l'importazione di farmaci da altri stati membri dove il prezzo è minore). Tra gli altri motivi ci sono epidemie e disastri naturali, che causano aumenti inattesi della domanda, e il costo dei farmaci, che viene stabilito a livello nazionale.

L'UE è sempre più dipendente da Paesi terzi per la produzione di principi attivi farmaceutici, materie prime chimiche e medicinali. In particolare:

  • L'80% dei principi farmaceutici attivi provengono da India e Cina;
  • Il 40% dei farmaci venduti in Europa provengono da Cina e India;
  • Il 60% del paracetamolo, il 90% della penicillina e il 50% dell'ibuprofene nel mondo sono prodotti da India e Cina.

Alla luce di questa situazione, in una relazione adottata il 14 luglio, la Commissione Parlamentare Ambiente e Sanità ha chiesto interventi più incisivi per assicurare scorte, ripristinare la produzione locale di farmaci e garantire un miglior coordinamento europeo delle strategie sanitarie nazionali.

La Commissione ritiene, inoltre, fondamentale identificare potenziali siti per una produzione farmaceutica dell'UE, che dia priorità a medicinali essenziali e strategici così come introdurre incentivi finanziari per incoraggiare i produttori a stabilire la produzione in Europa. Si auspica anche la creazione di una “farmacia europea d'emergenza”, cioè una riserva d'emergenza dell'UE per ridurre il rischio di carenze.

In una risoluzione adottata nel 2017, il Parlamento aveva già chiesto una migliore tracciabilità dei costi di ricerca e sviluppo, dei finanziamenti pubblici e delle spese di mercato per rendere i farmaci più accessibili.

Nella prossima sessione plenaria, in settembre, del Parlamento europeo si dovrebbe votare la relazione proposta dalla Commissione Parlamentare Ambiente e Sanità. In particolare, l'obiettivo è quello di inserire nella prossima strategia farmaceutica dell'UE la necessità di affrontare il problema della disponibilità e accessibilità dei farmaci e della dipendenza dalle importazioni. Sarà poi fondamentale sostenere l'innovazione nell'industria farmaceutica dell'UE, colmare le lacune del mercato (per esempio in merito ai nuovi antimicrobici) e ridurre la dipendenza diretta da Paesi terzi per le materie prime.


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