Italiani e francesi sono i più pessimisti in Europa (Redattore Sociale)
Oggi segnaliamo una notizia dal sito di Redattore Sociale, che presenta i risultati dell'undicesimo Rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, realizzato da Demos&Pi e Fondazione Unipolis per indagare il tema della percezione sociale della sicurezza.
C'è una linea Nord-Sud che attraversa il mercato del lavoro europeo e vede i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo esibire, nelle risposte dei propri cittadini, un quadro più grigio per quanto riguarda lo scenario economico e occupazionale. Ma c'è anche una linea, tutta interna al mercato del lavoro, che separa le posizioni stabili da quelle atipiche, a tempo determinato, vissute e definite dai lavoratori in maniera diversa (precarie oppure flessibili) a seconda delle coordinate geografiche. Sono queste alcune delle indicazioni che emergono dall'undicesimo Rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza.
In Italia l'insicurezza globale, definita da questioni quali "ambiente e natura", "sicurezza alimentare", "guerre" e "globalizzazione", preoccupa 3 persone su 4 e rappresenta la principale paura (75%). Al secondo posto troviamo l'incertezza economica che inquieta ben oltre metà dei cittadini (62%). Infine, la criminalità - soprattutto "organizzata" - che preoccupa quasi 4 persone su 10 (38%, con una rilevanza sensibilmente inferiore rispetto alle due precedenti).
L'insicurezza assoluta (26%) pero', che somma le tre principali insicurezze (globale, economica e legata alla criminalità), si attenua di tre punti rispetto al 2017, una contrazione lieve, ma significativa perchè va a confermare un trend già emerso negli anni precedenti e oggi fa registrare il valore più basso dopo il picco del 2012. Si assiste a una sorta di "normalizzazione" emotiva.
Perchè "l'incertezza" è "certamente" profonda, diffusa presso la popolazione di tutti i Paesi. In misura chiaramente diversa. Ma ha raggiunto, ormai, misure e caratteri noti.