ISTAT: Povertà assoluta, negli ultimi 15 anni mai un livello così elevato

ISTAT: Povertà assoluta, negli ultimi 15 anni mai un livello così elevatoISTAT: Povertà assoluta, negli ultimi 15 anni mai un livello così elevato
ISTAT: Povertà assoluta, negli ultimi 15 anni mai un livello così elevatoISTAT: Povertà assoluta, negli ultimi 15 anni mai un livello così elevato
ISTAT: Povertà assoluta, negli ultimi 15 anni mai un livello così elevatoISTAT: Povertà assoluta, negli ultimi 15 anni mai un livello così elevato

Nel 2020 oltre 5,6 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta

In Italia è tornata ad aumentare la povertà assoluta: nel 2020 sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005 (inizio delle serie storiche). 
Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni (10,1%, da 11,4% del 2019).
L’ISTAT però registra che, grazie agli strumenti introdotti (dal Reddito di emergenza, a quello di cittadinanza, alla cassa integrazione) è leggermente diminuita l’intensità della povertà, che registra quanto i poveri sono poveri, cioè di quanto le loro spese sono inferiori a un determinato livello.

La povertà assoluta cresce in particolare al Nord
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%) ma la crescita più ampia si registra nel Nord dove la povertà familiare sale al 7,6% dal 5,8% del 2019. Così, se nel 2019 le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura al Nord (43,4%) e nel Mezzogiorno (42,2%), nel 2020 arrivano al 47% al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno, con una differenza in valore assoluto di 167 mila famiglie.
Per classe di età, l’incidenza di povertà assoluta raggiunge l’11,3% (oltre 1 milione 127 mila individui) fra i giovani (18-34 anni); rimane su un livello elevato, al 9,2%, anche per la classe di età 35-64 anni (oltre 2 milioni 394 mila individui), mentre si mantiene su valori inferiori alla media nazionale per gli over 65 (5,4%, oltre 742 mila persone).

Peggiora la condizione delle famiglie con figli
Nel 2020, l’incidenza di povertà assoluta è più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: è al 20,5% tra quelle con cinque e più componenti e all’11,2% tra quelle con quattro; si attesta invece attorno all’8,5% se si è in tre in famiglia. La situazione si fa più critica se i figli conviventi, soprattutto se minori, sono più di uno - l’incidenza passa infatti dal 9,3% delle famiglie con un solo figlio minore al 22,7% di quelle che ne hanno da tre in su - e tra le famiglie monogenitore. Proprio per queste ultime si registra il peggioramento più deciso rispetto al 2019 (da 8,9% a 11,7%). La dinamica risulta negativa anche per le coppie con figli (dal 5,3% del 2019 al 7,2% se con un figlio, dall’8,8% al 10,5% con due figli).

L’incidenza di povertà è invece più bassa, al 5,6%, nelle famiglie con almeno un anziano
Scende al 3,7% tra le coppie in cui l’età della persona di riferimento della famiglia è superiore a 64 anni (nel caso di persone sole con più di 64 anni l’incidenza è pari al 4,9%). In generale, la povertà familiare presenta un andamento decrescente all’aumentare dell’età della persona di riferimento; generalmente, infatti, le famiglie di giovani hanno minori capacità di spesa poiché dispongono di redditi mediamente più bassi e hanno minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati.
La povertà assoluta riguarda il 10,3% delle famiglie con persona di riferimento tra i 18 e i 34 anni e il 5,3% di quelle con persona di riferimento oltre i 64 anni. Rispetto al 2019 l’incidenza di povertà cresce tra le famiglie con persona di riferimento di 35-44 anni (da 8,3% a 10,7%) e tra quelle in cui la persona di riferimento ha fra i 45 e i 54 anni (da 6,9% a 9,9%).

Istruzione e livelli occupazionali migliori proteggono le famiglie dalla povertà
La diffusione della povertà diminuisce al crescere del titolo di studio. Se la persona di riferimento ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore l’incidenza è pari al 4,4% mentre si attesta al 10,9% se ha al massimo la licenza di scuola media (entrambe le modalità in crescita rispetto al 2019).
Particolarmente colpite nel confronto con il 2019 le famiglie con persona di riferimento occupata (l’incidenza passa dal 5,5% al 7,3%), sia dipendente sia indipendente: per le famiglie con persona di riferimento inquadrata nei livelli più bassi l’incidenza passa dal 10,2% al 13,2%, fra i lavoratori in proprio dal 5,2% al 7,6%. Stabile invece, rispetto al 2019, il valore dell’incidenza per le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro e fra coloro che sono in cerca di occupazione.

Oltre il milione i minori in povertà assoluta
La povertà assoluta nel 2020 ha riguardato oltre 1,3 milioni di minori con una percentuale del 13,5% a fronte del 9,4% degli individui in generale a livello nazionale. L’Istat sottolinea che per i bambini e i ragazzi il tasso di povertà assoluta è cresciuto di oltre due punti rispetto al 2019 (11,4%). Per la povertà assoluta individuale la crescita complessiva è stata minore (da 7,7% al 9,4%). Il tasso di povertà assoluta familiare nel 2020 è cresciuto al 7,7% dal 6,4% del 2019. Rispetto al 2019 le condizioni dei minori peggiorano a livello nazionale (da 11,4% a 13,5%).
La situazione drammatica rappresentata, aggravata dalla pandemia, reclama una politica specifica per sostenere le famiglie attraverso il lavoro, l'inclusione e nuovi servizi sociali.

18/06/2021

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