DIP. COMUNICAZIONE: EVENTI

Crescita equità e sviluppo Seminario formativo

Crescita equità e sviluppo Seminario formativo

19-20 maggio 2014 Roma

La riproduzione della società sta divenendo sempre più centrale nel nuovo assetto capitalistico internazionale. Soprattutto nelle nazioni ad antica industrializzazione e a matura struttura dei servizi avanzati. Il cambiamento tecnologico e la ciclicità continua di una struttura finanziaria sempre più dominante sul profitto capitalistico genera una sorta di frammentazione e frantumazione sociale che pone allo stato compiti nuovi e immensi dal punto di vista delle antiche forme di protezione sociale, di welfare, di conservazione delle società naturali complesse, parentele e famiglie, che si trovano a dover assolvere i compiti che la crisi fiscale dello stato sposta verso di loro. Solo la rinascita della comunità come sistema di relazioni e di valori d'uso – spesso a fianco e non prevalenti sul valore di scambio – potrà consentire la riproduzione di società che sempre meno sono fondate sul solo meccanismo produttivo di creazione del profitto capitalistico, ma altresì sul lavoro non pagato delle reti amicali, parentali, naturali o sociali, comunitarie, appunto, che consentono la stessa crescita economica o disperdono le tensioni della decrescita per recessione e per deflazione, come sta ora accadendo nella ciclicità capitalistica.

Laddove la crescita economica, del resto, avviene senza codeste reti sociali di riproduzione vediamo il manifestarsi di crisi profonde non solo di disoccupazione, di rarefazione dei consumi, ma altresì di anomia e di assenza di riconoscimento e di relazionalità. In questo senso più l'equità scarseggia più difficile diviene generare una riproduzione sociale sostenibile, che non muoia per i colpi della disuguaglianza e dell'anomia, della vera e propria disperazione umana che vediamo così tristemente diffondersi attorno a noi.

La ricerca della mutualità diviene, quindi, la realizzazione nella polis del bisogno di relazione e di sostegno comunitario. Tutte le forme di comunità, di cooperazione, debbono essere sostenute, aiutate, incoraggiate, valorizzate dall'umano comportamento e non da artifici che nuovamente distruggono comunità e mutualità con l‘assistenzialismo statualistico e cleptocratico di piccoli gruppi. Tale nuovo welfare investe anche il sistema delle relazioni industriali con sempre più forza e intensità diffondendo un messaggio un tempo proprio solo al sindacato associativo anglosassone, dall'Australia agli USA, con la loro tradizione mutualistica e neo-associativa che affronta i difficili temi della riforma del welfare.

Si tratta di una nuova frontiera tanto del sindacalismo, chiamato ad una riflessione sulla sua natura, quanto sul suo ruolo per rafforzare il suo essere soggetto strategico nella società che cambia, quanto della cooperazione sociale, in particolare nell'area dell'anzianità colpita dalle politiche inique e dalla crescente disuguaglianza economica e sociale, per aprire nuove frontiere e generare nuove speranze.

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