Gli Speciali FNP: Legge di Bilancio 2019, il nostro punto di vista

Gli Speciali FNP: Legge di Bilancio 2019, il nostro punto di vista

A dicembre è stata approvata la Legge di Bilancio 2019, manovra che per noi risulta iniqua sotto i profili sia finanziari che economici e sociali.

Ed è per questo che il nostro Sindacato esprime, unitariamente a CGIL e UIL, il proprio dissenso e lo fa attraverso una grande manifestazione. Infatti, il 9 febbraio tutti insieme, pensionati e lavoratori, giovani e donne scenderanno in piazza per contestare le scelte del Governo che si rilevano miopi e recessive in quanto incidono negativamente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione sociale e investimenti produttivi, negando al Paese, in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale.

Nella manovra vengono confusi provvedimenti di carattere Previdenziale con quelli prettamente Assistenziali ostacolando la ricerca e la creazione di posti di lavoro.

La spesa assistenziale prevista - che include reddito e pensione di cittadinanza -   rende la spesa pubblica falsa e ingannevole, lasciando di fatto pochissime risorse per incentivare la vera occupazione e alimentando la forbice tra previdenza e assistenza, questione centrale che ancora oggi rimane irrisolta.

Sul fronte previdenziale poi, occorreva superare la rigidità della legge Fornero, ripristinando una flessibilità in uscita che tenesse conto della gravosità di alcuni lavori e dello stato di salute di tanti lavoratori.

Una parte del problema era stato risolto con l'Ape Sociale, che sebbene sia stata prorogata a tutto il 2019, deve diventare uno strumento strutturale.

Quota 100 potrebbe essere una possibilità di uscita anticipata dal mondo del lavoro, ma rimangono delle storture; basti pensare ai lavoratori discontinui e alle donne con carriere frammentarie che difficilmente riusciranno a raggiungere i 38 anni di contributi, tanto più che non viene riconosciuto il lavoro di cura. Per quest'ultime, infatti, la media nazionale è di circa 25 anni di contributi a causa del frequente abbandono del lavoro per dedicarsi alla famiglia.

Permane rabbia e delusione in quanto continuano i tagli sui redditi dei pensionati: cambiano i politici, cambiano i Governi ma quando questi ultimi hanno bisogno di trovare soldi mettono sempre le mani in tasca ai pensionati, vero e proprio bancomat dello Stato. Fare cassa con le pensioni è sicuramente più facile e diretto rispetto allo stanare gli evasori fiscali, far emergere il lavoro nero o, ancora, intervenire sui grandi patrimoni e altri redditi.

Rammarica il fatto che l'attuale compagine governativa abbia disatteso completamente gli accordi che il Sindacato aveva sottoscritto con il precedente Governo, accordi che per i pensionati prevedevano la rivalutazione a scaglioni e quindi più favorevole. È stato, invece, scelto di intervenire nuovamente sull'indicizzazione, per togliere soldi ai pensionati e finanziare le promesse lanciate in campagna elettorale.

Non si parla più di lotta all'evasione fiscale ma, al contrario, è previsto un condono - seppur limitato ai parametri dell'Isee - con relativo saldo e stralcio delle cartelle. Un vero e proprio affronto nei confronti di chi, lavoratori e pensionati, subisce circa il 90% del carico fiscale del Paese. Non dimentichiamoci che i pensionati italiani sono i più tartassati d'Europa.

Ancora una volta, il Sindacato è chiamato ad una forte posizione atta ad indurre quell'auspicato cambiamento di scelte del Governo sollecitando un confronto vero a difesa degli interessi generali di tutti coloro che rappresentiamo e non solo.

In questo speciale analizziamo i provvedimenti più significativi contenuti nel decreto.

04/02/2019

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