Politiche territoriali a misura di anziano, il documento dell’ESPON

Politiche territoriali a misura di anziano, il documento dell’ESPON

È stato recentemente pubblicato un documento programmatico dell’ESPON (European Spatial Planning Observation Network - Osservatorio in Rete sull’Assetto del Territorio Europeo) che intende fornire ai responsabili politici a livello europeo, nazionale e regionale, le ultime rilevazioni sulle tendenze e le pratiche di successo riguardo le politiche territoriali “a misura di anziano” in Europa.

Con questo documento si vuole altresì sostenere il Decennio dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dell’Invecchiamento in Buona Salute (WHO Decade of Healthy Ageing), nell’ottica di un’azione congiunta per un invecchiamento sano ed inclusivo nelle città.

La popolazione europea sta invecchiando più rapidamente rispetto agli altri continenti del mondo, dice il rapporto, riprendendo le ultime statistiche dell’Eurostat: le proiezioni mostrano che questo processo continuerà nei prossimi decenni e che il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni salirà al 24% entro il 2050.

Si prevede che, sempre entro il 2050, più di due terzi degli stati membri dell’Ue avranno un tasso di dipendenza degli anziani (old-age dependency ratio) superiore al 50%, il che significa che ci saranno meno di due persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni.

Il numero di ultraottantacinquenni dovrebbe aumentare da 12,5 milioni nel 2019 a 26,8 milioni entro il 2050 e quello dei centenari dovrebbe crescere da 96.600 nel 2019 a quasi 500.000 entro il 2050.

Tuttavia, l’intensità del processo di invecchiamento della popolazione varia notevolmente tra i Paesi e le regioni dell’Europa.

Per arginare il fenomeno, diverse iniziative sono state avviate, sia a livello di Ue che all’interno dei singoli Paesi, in linea con le raccomandazioni delle organizzazioni internazionali più importanti che, da tempo, pongono l’attenzione sui processi di innovazione e di adeguamento che le politiche pubbliche devono mettere in atto per affrontare e valorizzare le nuove sfide demografiche. L’invecchiamento della popolazione è menzionato anche nella politica di coesione europea (European Cohesion policy: l’Agenda territoriale 2030) dove si sottolinea il fatto che esso avrà un impatto importante sulle regioni rurali e periferiche in particolare, ponendo sfide importanti in relazione al mercato del lavoro, agli alloggi, alla fornitura di servizi pubblici e all’inclusione sociale, con il contestuale e prevedibile aumento della spesa pubblica sanitaria e per l’assistenza a lungo termine.

Il fenomeno della transizione demografica in Europa solleva sfide comuni per le città europee: è necessario riflettere su come adattare nel modo migliore il territorio e gli ambienti affinché la qualità della vita della persona anziana, sia dal punto di vita fisico che psicologico, non venga danneggiata, ed anzi, possa trovare le condizioni migliori che ne favoriscano il miglioramento (a maggior ragione dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19 che ha svelato tutte le vulnerabilità di una inadeguata e arretrata gestione delle politiche territoriali).

Ci sono differenze nel modo in cui le città europee stanno gestendo il fenomeno, con differenti livelli di governance, tuttavia sono riscontrabili similitudini, soprattutto nella finalità delle politiche.

La maggior parte delle città europee ha obiettivi e tematiche di interesse molto simili. Le aree su cui ci si focalizza maggiormente mirano a rendere le persone anziane più attive in diversi settori e maggiormente indipendenti: si concentrano dunque sulla partecipazione sociale, l’inclusione e il supporto della comunità, lo sviluppo delle modalità di trasporto e l’adattamento degli alloggi.

Le best practices in Europa sono già parecchie, spesso ispirate al Quadro dell’OMS per le città a misura di anziano sviluppato in “Global Age-friendly cities: a guide” (WHO 2007), che propone una cornice con otto settori fondamentali e tra loro interconnessi e che sono relativi a:

  • Spazi esterni ed edifici: con l’eliminazione delle barriere fisiche e sociali.
  • Trasporti: con soluzioni a misura di anziano che possano avvicinare le persone anziane verso destinazioni in cui il trasporto pubblico non è disponibile.
  • Alloggi: attraverso la previsione di un utilizzo ottimale degli immobili, con una considerazione più attenta ai bisogni specifici degli anziani e anche nell’ottica di stimolare il contatto intergenerazionale.
  • Partecipazione sociale: con il coinvolgimento degli anziani nei processi decisionali e l’ascolto delle loro specifiche esigenze.
  • Rispetto e inclusione sociale: con attività culturali adattate al contesto culturale delle persone anziane.
  • Partecipazione civica e occupazione: con il coinvolgimento attivo delle persone anziane nella progettazione e nell’attuazione di politiche e attività.
  • Comunicazione e informazioni: attraverso, tra l’altro la riduzione del divario digitale.
  • Supporto comunitario e servizi sanitari: senza dimenticare le persone che stanno intorno agli anziani e l’impegnativo compito svolto dai caregiver informali.

Questa cornice fornita dall’OMS come strumento utile ad un approccio strategico all’invecchiamento si è mostrata efficace e le citta europee che ne hanno tenuto conto hanno raggiunto ottimi obiettivi; tuttavia, in linea più generale, si osserva come la maggior parte delle città europee non abbiano adottato ancora una programmazione di lungo periodo. Esse dovrebbero investire maggiormente nello sviluppo di obiettivi strategici basati su una visione più ampia e ragionata del fenomeno, che tenga conto delle caratteristiche specifiche del territorio.

Si raccomanda un approccio flessibile nello sviluppo delle politiche legate all’invecchiamento e che tenga in considerazione:

  • le esigenze specifiche degli anziani, dopo averne valutato i bisogni;
  • il  fatto che gli anziani non sono un gruppo omogeneo: devono essere contestualmente valutati, tra l’altro, fattori come le disuguaglianze e la digitalizzazione come ostacolo all’inclusione;
  • la necessità di un approccio olistico, che tenga in considerazione allo stesso tempo e in maniera integrata degli otto settori fondamentali suggeriti dall’OMS;
  • l’approccio culturale all’invecchiamento e il superamento degli stereotipi ad esso legati.
07/05/2021

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