Pensioni, blocco della perequazione: attenzione alle notizie fuorvianti
Abbiamo ricevuto da più parti la segnalazione di informazioni veicolate in alcuni siti internet riguardanti il blocco della perequazione.
In particolare abbiamo verificato che in alcuni siti vengono riportate notizie sulla fissazione dell'udienza innanzi alla Corte Costituzionale che è stata fissata per il 24 ottobre 2017.
Viene anche rappresentato in modo pretestuoso e fuorviante la necessità di attivarsi entro il 31 luglio 2017. Tale data non indica un termine perentorio per procedere nei confronti dell'Inps ma, a ben vedere, è funzionale esclusivamente per lo Studio legale che porterà avanti le richieste di coloro che hanno aderito alle iniziative promosse da detti siti, a fronte del pagamento di € 126,88 a pensionato.
Ciò appare confermato dalla circostanza della necessità, indicata nei siti, di depositare i ricorsi prima della data dell'udienza che si terrà innanzi alla Corte Costituzionale. Tale indicazione appare oltremodo pretestuosa, atteso che il deposito del ricorso nei termini indicati nei predetti siti non è condizione necessaria per agire nei confronti dell'Istituto previdenziale. Occorre infatti precisare che l'eventuale dichiarazione di illegittimità della norma scrutinata consentirà a tutti i soggetti interessati di procedere nei confronti dell'Inps a prescindere se tale iniziativa sia stata attivata o meno prima della pronuncia come invece inducono a ritenere infondatamente i responsabili dei siti.
Ricordiamo che l'eventuale pronuncia di illegittimità costituzionale della norma in esame produrrà i suoi effetti nei confronti di tutti i pensionati interessati al blocco della perequazione e non solo a quelli che hanno assunto iniziative verso l'Istituto previdenziale.