L'intervento del Segretario Ragazzini al Consiglio generale del 26 maggio

L'intervento del Segretario Ragazzini al Consiglio generale del 26 maggio

LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE – PACE IN  TERRA SANTA.

Nell’aprire questo nostro Consiglio Generale vorrei esprimere la nostra soddisfazione per la tregua tra Israele e Palestina, tregua che auspichiamo rappresenti un passo verso la pace  e la fine dello scenario di guerra che ha infiammato il Mediterraneo producendo centinaia di vittime civili, donne e bambini uccise sotto i bombardamenti . Ci uniamo all’appello lanciato dalla Confederazione unitamente a decine di associazioni della società civile italiana al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Presidente della Commissione Esteri Senato, al Presidente della Commissione Esteri della camera per esprimere la profonda preoccupazione per quanto sta accadendo nella martoriata terra di Palestina e per chiedere che l’Italia si faccia promotrice di una forte azione diplomatica affinché cessi il conflitto tra israeliani e palestinesi.

In Terra santa serve un’azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto Internazionale. Occorre fermare la violenza, fermare l’espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
esigere dal governo israeliano la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti; sostenere e assistere l’Autorità Nazionale Palestinese per l’organizzazione e la realizzazione del processo elettorale, evitando ulteriori rinvii.

Occorre riconoscere lo Stato di Palestina, così come è riconosciuto da tutta la comunità internazionale lo stato di Israele.

 Il sindacato Israeliano ed il sindacato Palestinesi sono entrambi affiliati, come CGIL CISL e UIL alla stessa comunità sindacale internazionale che condivide il principio dei “due popoli e due Stati” come condizione necessaria per risolvere la questione arabo-isaeliana- Il processo di costruzione della pace ha bisogno dell’impegno di tutti, ognuno faccia la sua parte, si rimuovano le cause che da oltre 70anni alimentano il conflitto e che rappresentano un “condizione esplosiva” per tutto il medio oriente e l’intero Mediterraneo.

Il sindacato è attore di pace e si batte per il lavoro e la giustizia in tutti i paesi del mondo.

Ha Ragione ancora una volta Papa Francesco” Servono persone che si impegnino formalmente per scrivere nuove pagine di storia perché” Le grandi trasformazioni non si costruiscono alla scrivania o nello studio (Fratelli tutti 231)”

 

LO SCENARIO ECONOMICO INTERNAZIONALE I RISCHI PER IL SISTEMA ITALIA

Lo scenario macroeconomico mondiale fa registrare una robusta ripresa, più forte rispetto alle previsioni già positive di gennaio.

Secondo le stime del FMI (aprile 2021) la crescita mondiale sarà del 6% a fronte di una caduta del 3,3% del 2020, dunque più contenuta di quanto previsto.

La particolarità della ripresa di quest'anno è che sarà trainata dagli Stati Uniti (+6,5%; -4,7% nel 2020) che supererà il contributo della Cina (+6%; in crescita positiva nel 2020). Più in ritardo l'Europa (+3,9%) ma anche i Paesi Emergenti (in ritardo con i piani vaccinali). Quest'ultimi dovranno aspettare anni per recuperare quanto perso a causa della pandemia.

E' la prima volta dal 2005 che il contributo USA alla crescita mondiale supera quello cinese. Sta dunque avvenendo uno scambio di ruoli rispetto a quanto successo all'indomani della Grande Recessione mondiale 2008-2009. Allora fu la Cina a trainare la ripresa mondiale grazie ai suoi giganteschi investimenti pubblici in infrastrutture. Adesso sono gli Stati Uniti ad utilizzare massicciamente la spesa pubblica come volano per la ripresa. Biden mette in campo 6.000 miliardi di risorse pubbliche, suddivisi tra sostegni e investimenti, oltre ai 900 già deliberati dall'amministrazione Trump.

È dunque la politica economica (nel caso cinese più attenta a valutare i rischi di una ripresa troppo accelerata) da un lato, e l'entità dei piani vaccinali dall'altro a differenziare la ripresa mondiale.

In Italia il debito pubblico ha raggiunto i 2.651 miliardi, pari al 160% del PIL.

I titoli pubblici con cui si finanzia tale debito sono detenuti per un quarto dalla BCE. Ciò per il momento allontana il pericolo di una crisi finanziaria del nostro Paese. Ma nel 2023, quando si prevede di ripristinare il Patto di Stabilità in Europa, lo scenario potrebbe mutare radicalmente. Ma soprattutto attualmente il rischio per l'Italia (+4,2% nel 2021; -8,9% nel 2020) è che l'inflazione sopraggiunga prima ancora che la ripresa post covid abbia fatto il suo corso. Dunque una specie di stagflazione se misurata rispetto ai dati dell'economia italiana del 2019.

Ciò significherebbe un recupero limitato dell'occupazione e salari e pensioni già bassi che perderebbero potere d'acquisto a causa dell'inflazione.

 

ITALIA: IL GOVERNO DRAGHI

Dall’ultimo nostro appuntamento il panorama politico del Paese è cambiato in modo profondo e per certi versi inatteso.

Il Governo Draghi, che costituisce senza dubbio la novità principale di questo lungo periodo segnato dal COVID, non sarebbe nato senza la crisi sanitaria determinata dalla Pandemia con tutte le conseguenze socioeconomiche. Certo non possiamo negare che questo governo nasce anche dal fallimento della fase politica precedente. D’altra parte i travagli di questa legislatura sono stati evidenti fin dall’inizio, basti pensare alle difficoltà di formare una maggioranza dopo le lezioni del 2018. Si spiega così ciò che è accaduto in questi 3 anni!

Abbiamo avuto due diversi governi, di segno politicamente opposto retti dallo stesso partito di maggioranza relativa e dallo stesso presidente Giuseppe Conte, manifestando un livello di strumentalizzazione e di opportunismo, di trasformismo politico che forse non ha precedenti nella storia della Repubblica.

Al di là del giudizio di ognuno di noi e delle diverse sensibilità politiche non possiamo non constatare come questi repentini cambi di coalizione abbiamo aumentato la perdita di credibilità dei politici causando ( come denuncia l ‘editoriale del Regno di Gianfranco Brunelli“ una caduta culturale  che ci ha restituito una immagine cinica, indifferente, che retroagisce nei comportamenti anche morali della società, rinunciando alla virtù propria della politica che è quella di rappresentare , interpretare e guidare  le istanze e gli impulsi della società civile”

Questa caduta culturale della incapacità di rappresentanza ci interessa e ci preoccupa!

Stiamo dentro a questa transizione (infinita!!) della politica italiana con la preoccupazione e la responsabilità che ci viene dall’essere una Organizzazione sociale che rappresentando milioni di italiane e di italiani, consapevole delle sfide ecologica, digitale, economica e socio sanitaria che interessano il nostro Paese e quindi le persone, le famiglie che rappresentiamo. Sfide e appuntamenti a cui no possiamo presentarci impreparati e con livelli di governance inadeguati.

Dopo lo sfacelo della politica e lo squallido spettacolo di personaggi politici e singoli pezzi di partiti che hanno messo in scena un ridicolo mercato per tenere in piedi una maggioranza di governo che, mentre il Paese era in fiamme, aveva l’unico obiettivo di Resistere al potere, Il presidente Mattarella ha messo in campo l’uomo simbolo dell’Italia in Europa e nel Mondo: MARIO DRAGHI per uscire dalla Pandemia e affrontare tutte le questioni socio economiche ad essa connesse. E il cambio di passo dobbiamo riconoscerlo c’è stato!

Senza invadere in maniera pervasiva i mezzi di comunicazione, il Governo Draghi ha dato una accelerazione importante alla campagna vaccinale, unico strumento che ci permette di potere “riaprire in sicurezza il Paese” le sue attività commerciali, culturali ricreative, e ridare speranza a migliaia di lavoratori e lavoratrici, a cui va la nostra solidarietà, che da molti mesi, sono senza lavoro e anche a tutti quegli imprenditori commerciati che hanno sofferto la chiusura delle attività.

La campagna vaccinale riaccende la speranza

Il PNRR e Recovery plan rappresentano il segno tangibile di un Paese che riparte.

Anche noi come FNP abbiamo avviato importanti e ben auspicanti confronti con i ministri della Sanità Speranza e del Lavoro Orlando, per il raggiungimento di uno, davvero storico (se riusciamo) obiettivo; una legge per la non autosufficienza.

 

UNA VERGOGNA SOCIALE: SI CONTINUA A MORIRE SUL LAVORO

Siamo quasi a 200 morti dall’inizio dell’anno, oltre tre vittime al giorno, siamo di fronte ad una vera emergenza nazionale che offende i valori della Costituzione e macchia in modo indelebile la dignità e la credibilità di molte aziende e delle istituzioni.

Una società che non garantisce lavoro dignitoso e in sicurezza è una società che non ha al centro la persona e la tutela della vita umana. Non c’è settore fuori da questa strage silenziosa, dall’edilizia, all’agricoltura, dalle fabbriche ai trasporti e poi nei nuovi settori del lavoro digitale. Le difficoltà economiche legate al Covid non possono diventare un alibi per ridurre i controlli e non applicare le norme sulla sicurezza, come sta accadendo in molti casi. La vita umana viene prima di ogni logica del profitto. Un principio tradito da moltissime aziende che, mettendo in pericolo i lavoratori, non solo compiono un atto illecito ma danneggiano la credibilità delle realtà sane, che rispettano le regole e che per fortuna sono ancora tante nel nostro Paese.

 “Bisogna far ripartire il Paese in sicurezza, mettendo al centro il valore sociale del lavoro, la sua qualità, la tutela della dignità della persona. È una situazione inaccettabile, dobbiamo far capire a tutti che la sicurezza è un investimento e non un costo, rendere stabili i controlli, assumendo nuovi ispettori e medici del lavoro”. Con queste parole LUIGI SBARRA il nostro segretario confederale ha denunciato nei giorni scorsi la tragedia che stiamo vivendo.

E’ una battaglia importante, non possiamo fare finta che non ci riguardi perché non siamo più attivi- Ci coinvolge perché ha a che fare con la dignità della persona umana, con i suoi diritti fondamentali. Una comunità che non si occupa della sicurezza del lavoro non si occuperà neanche della salute e della sicurezza delle persone anziani.

Inoltre è un impegno che ci è chiesto dai nostri figli dai nostri nipoti perché le loro condizioni di vita e di lavoro, il loro futuro è anche parte del nostro destino delle nostre complessive condizioni di benessere.

Come FNP, sosteniamo con convinzione l’impegno della CISL e delle confederazioni;sindacali:

- dare piena attuazione al Testo Unico del 2008,

- avviare una campagna di sensibilizzazione ad ogni livello, cominciando dalle scuole;

- migliorare le sinergie tra le istituzioni coinvolte nella “filiera” della sicurezza, superando inefficienze inconcepibili nel coordinamento tra Governo, Regioni, Enti locali, ma anche tra organi di vigilanza territoriali;

- bloccare la deregulation sugli appalti

Queste sono le cose che vanno fatte subito e a cui noi collaboreremo alla realizzazione a fianco della nostra CISL sostenendo l’impegno del segretario generale.

 

STOP ALLE DISCRIMINAZIONI.

Vorrei soffermarmi su un anniversario un po’ particolare, ma che credo posso aiutarci a riflettere ancora su tema delle discriminazioni e della violenza che caratterizza questo nostro tempo, vorrei dire in termini più generali, della preoccupazione per la perdita di senso di comunità e per certi versi anche di umanità che la cronaca ci mette sotto gli occhi.

L’aumento delle violenze, in particolare quelle domestiche, i casi di femminicidio, che abbiamo registrato durante il periodo della Pandemia testimoniano, drammaticamente, come ancora e ovunque il tema della violenza di genere e razziale non accenni a diminuire ma si ripresenti come un problema irrisolto.

Ci preoccupano inoltre tutte le manifestazioni discriminatorie omofobe e sessiste nei confronti delle persone a causa della loro scelta sessuale. Al di là di ogni esagerazione alcune forme di contestazione della legge Zan rappresentano un segnale su cui occorre prestare attenzione.

Noi, la nostra organizzazione sindacale, non possiamo accettare silenti il ripetersi di episodi di violenza in particolare contro le donne e le categorie più fragili, spia di un problema strutturale, culturale più vasto e profondo se è vero, come abbiamo dovuto tristemente osservare l’ultimo recente, ma non isolato evento  (23 aprile: “gruppo di Ragazzi picchia un disabile in un parco di Roma”) che anche giovani e adolescenti stanno mettendo in atto comportamenti e azioni violenti e di bullismo nei confronti di coetanei disabili.

Dobbiamo mantenere alta la guardia sia a livello personale che come aggregazione sociale, noi possiamo essere le sentinelle che denunciano questa cultura violenta e costruiscono nelle nostre realtà spazi di resistenza alternativa.

Come ha evidenziato molto bene il nostro Presidente della Repubblica ““La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza.

 

Ancor più urgente ritessere ovunque sul territorio relazioni con le giovani generazioni, nel mondo della scuola e delle università, del volontariato per avviare un forte impegno educativo e formativo con i giovani. Anche questa riflessione intergenerazionale, di cui da anni FNP si occupa, dovrà essere oggetto del nostro impegno della nostra riflessione congressuale. Noi e i Giovani per ricostruire dentro al sindacato e nella società, trame di responsabilità sociale.

Sappiamo andare sulla luna ma non abbiamo imparato il linguaggio del prendersi cura degli altri. Sappiamo farlo forse all’interno di cerchie ristrette ma non è una attitudine sociale, c’è un paese di Analfabeti della Cura!

Abbiamo chiaro, a parole, che il lavoro ci dà dignità e ci permette di avanzare e fare enormi progressi ma siamo rimasti indietro sulla capacità di prenderci cura.

Abbiamo infatti relegato la cura alla sfera privata e prevalentemente alle donne

Non faccio qui riferimento alla cura professionale (professioni socio sanitarie) ma alle forme di aiuto di accompagnamento di persone in qualunque tipo di difficoltà. La nostra cultura considera la cura come una distrazione da compiti più importanti e non è un caso che venga relegata prevalentemente alle donne o a persone che lo fanno al posto di altri.

Abbiamo bisogni di reimparare l’alfabeto della reciprocità, Così come per leggere abbiamo bisogno di andare a scuola, anche per imparare l’alfabeto della cura serve esercitarsi fin da piccoli… noi possiamo accompagnare questo Paese, le giovani generazioni a prendersi cura della cura delle persone!

27/05/2021

Condividi l'articolo su: