Parità di genere e politiche fiscali nell'Unione Europea

Parità di genere e politiche fiscali nell'Unione Europea

Il Parlamento Europeo ha approvato recentemente una risoluzione sulla parità di genere e le politiche fiscali nell'Unione Europea.

Di seguito le richieste della Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (FEMM) e della Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) del Parlamento Europeo alla Commissione europea, per l'elaborazione di linee guida e le raccomandazioni agli Stati membri per l'eliminazione delle discriminazioni di genere legati alla fiscalità.

 

Tassazione diretta

Imposta sul reddito delle persone fisiche

  • Sistema impositivo individuale
    Il Parlamento europeo ha rilevato che le politiche fiscali hanno un impatto variabile su diversi tipi di nuclei familiari (ad es. nuclei familiari con due percettori di reddito, nuclei familiari con un singolo percettore di reddito, donna o uomo, ecc.). Richiamando l'attenzione sull'ampio divario pensionistico di genere derivante dalla tassazione congiunta in alcuni Paesi europei, ha sottolineato che i sistemi di tassazione non dovrebbero più essere basati sul presupposto che le famiglie mettano in comune e condividano equamente i loro fondi, e che per raggiungere l'equità fiscale per le donne occorre adottare un sistema impositivo individuale. Esortandone l'introduzione graduale, ha sollecitato l'eliminazione di tutte le spese fiscali basate sul reddito congiunto ed ha constatato la necessità di garantire che tutte le agevolazioni fiscali, le prestazioni in denaro e i servizi pubblici in natura siano riconosciuti alle persone su base individuale, in modo da garantire la loro autonomia finanziaria e sociale;
  • Progressività impositiva
    Il Parlamento ha invitato gli Stati membri a non ridurre la natura progressiva dei rispettivi sistemi d'imposta sul reddito delle persone fisiche, ma ha chiesto che l'imposta stessa (struttura delle aliquote, esenzioni, deduzioni, prestazioni, crediti ecc.) sia progettata in modo tale da promuovere attivamente una distribuzione paritaria del lavoro retribuito e non retribuito, del reddito e dei diritti pensionistici tra donne e uomini, e da eliminare gli incentivi che perpetuano ruoli di genere iniqui; inoltre, ha invitato gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a promuovere studi sugli effetti del divario di genere sulle pensioni e sull'indipendenza economica delle donne, tenendo conto di questioni quali l'invecchiamento della popolazione, le differenze di genere concernenti le condizioni di salute e l'aspettativa di vita, il cambiamento delle strutture familiari e l'aumento del numero di famiglie unipersonali, nonché le diverse situazioni personali delle donne.

Tassazione del capitale e del patrimonio.

Il Parlamento europeo ha rilevato, disapprovando, che il contributo delle imposte sulla ricchezza al totale delle entrate fiscali è rimasto piuttosto limitato, raggiungendo solo il 4,3% nell'UE-28. Ha sottolineato che non esiste alcuna legge in materia di proprietà immobiliare nell'UE che discrimini le donne o gli uomini, in quanto il diritto di proprietà ricade sul proprietario, ma che comunque la tassazione del patrimonio svolge un ruolo cruciale nella riduzione delle disuguaglianze grazie alla ridistribuzione in seno al sistema fiscale e grazie al gettito risultante necessario per il finanziamento delle prestazioni e i trasferimenti sociali.

 

Tassazione indiretta

Il Parlamento europeo ha constatato che, dal 2009 al 2016, la quota delle tasse sui consumi nell'UE è aumentata e che l'IVA, corrispondente in media a circa un quinto delle entrate fiscali complessive nell'Unione, è responsabile di una discriminazione di genere in ragione dei diversi modelli di consumo delle donne rispetto a quelli degli uomini. Difatti, le donne acquistano più beni e servizi allo scopo di promuovere la salute, l'istruzione e la nutrizione, che, unitamente al più basso reddito femminile, le porta a dover sopportare un onere dell'IVA maggiore. Il Parlamento Europeo ha invitato quindi gli Stati membri a prevedere esenzioni, aliquote ridotte e aliquote zero dell'IVA per i prodotti e i servizi che hanno effetti positivi sulla società, sulla salute e sull'ambiente. Il Parlamento ha lamentato, inoltre, che i prodotti per l'igiene femminile e i prodotti e i servizi per la cura dei bambini, anziani e persone con disabilità non siano ancora considerati beni essenziali in tutti gli Stati membri.

 

Impatto dell'evasione fiscale e dell'elusione fiscale sull'uguaglianza di genere

Il Parlamento ha constatato che l'evasione e l'elusione fiscali sono tra i fattori che contribuiscono maggiormente alle disuguaglianze di genere nell'UE e a livello mondiale, poiché limitano le risorse che i governi hanno a disposizione per rafforzare l'uguaglianza a livello nazionale e internazionale. Inoltre, il Parlamento ha invitato la Commissione e gli Stati membri a promuovere riforme fiscali basate sulla parità tra donne e uomini in tutte le sedi internazionali, comprese l'OCSE e l'ONU, e a sostenere la creazione di un organismo fiscale intergovernativo dell'ONU con adesione universale, uguali diritti di voto e partecipazione paritaria di donne e uomini.

 

Integrazione delle tematiche di genere nelle politiche fiscali

Il Parlamento ha invitato la Commissione e gli Stati membri a effettuare valutazioni dell'impatto di genere delle politiche fiscali, concentrandosi sull'effetto moltiplicatore e sui pregiudizi impliciti per garantire che nelle politiche fiscali dell'UE non sia presente nessuna discriminazione né diretta né indiretta. Infine, il Parlamento ha invitato la Commissione e gli Stati membri ad attuare il bilancio di genere in modo tale da identificare esplicitamente la quota di fondi pubblici destinati alle donne e garantire che tutte le politiche per la mobilitazione delle risorse e l'assegnazione della spesa promuovano l'uguaglianza di genere.

 

18/03/2019

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