31° Rapporto Italia dell'Eurispes, il 45% degli italiani intacca i propri risparmi, cresce la spesa per le badanti

31° Rapporto Italia dell'Eurispes, il 45% degli italiani intacca i propri risparmi, cresce la spesa per le badanti

Il 31 gennaio scorso è stato presentato il 31° Rapporto Italia dell'Eurispes, che, come ogni anno, ci offre un'interessante fotografia della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.

L'edizione 2019 ruota attorno al concetto di “qualità”, per sottolineare, in particolare per la sua mancanza, le tendenze sociali, economiche, politiche e culturali in atto nel Paese. Secondo il Presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, infatti “Si sta affermando nella società italiana una nuova patologia, la “qualipatia” […] ovvero l'avversione ed il rifiuto per tutto ciò che richiama la qualità […] Le grandi questioni che attraversano la vita del Paese sono affrontate con la superficialità e con l'improvvisazione dettate dai tempi della comunicazione. Ogni argomento, anche se di grande rilevanza, viene affidato ad uno spot, uno slogan, un tweet. Il dibattito pubblico risulta immiserito a causa del declino della cultura dell'ascolto, del rispetto dell'altro da sé e dalla mancanza di una idea di comunità e di un senso stesso dello Stato”.

Il tratto distintivo dell'Italia che emerge dal Rapporto è una difficoltà di affermare la propria identità e di stare al passo con la globalizzazione. Il nostro si potrebbe definire “Paese del Ni”, che non riesce mai ad esprimersi in maniera definitiva con un “No” o con un “Si”. Le scelte non sono mai chiare, ma spesso soggette a cambiamenti o capovolgimenti. Sul piano istituzionale, mai, nella storia recente, si erano potute osservare una tale indecisione, una così grande confusione di ruoli e di responsabilità, una così netta separazione tra dichiarazioni, annunci e fatti.

Di contro, aumenta il numero dei cittadini che esprimono un aumento di fiducia nei confronti delle Istituzioni rispetto al 2018, triplicato rispetto a due anni fa (20,8% contro il 13% del 2018 e il 7,7% del 2017). In calo, invece, la Chiesa cattolica (dal 52,6% al 49,3%) e i sindacati (dal 40,2% al 37,9%).

Nell'indagine sono state poste alcune domande per capire le aspettative e il giudizio sull'operato dell'attuale Governo. I valori espressi in termini di apprezzamento per il Governo Lega-M5S non sempre concordano con il livello di fiducia nelle azioni future dell'Esecutivo. La capacità di risanare i conti pubblici convince solo il 26% dei cittadini; un terzo degli italiani (33,2%) è convinto che le politiche adottate concorreranno a rilanciare i consumi; poco più di 3 su 10 (31,5%) credono che si riuscirà a combattere la disoccupazione; il 30,8% pensa che il Governo riuscirà a dare prospettive ai giovani; il 32,9% che aumenterà la tutela dei diritti; il 29,9% è certo che questo Governo sia garanzia di unità e coesione del Paese; la capacità di tenere alta l'immagine dell'Italia nel contesto internazionale convince il 31,4% degli italiani. Solo il 28,6% è fiducioso del fatto che verranno elaborate politiche a sostegno della famiglia tali da aumentare il tasso di natalità; ancora più bassa la percentuale di chi ritiene che verrà abbassata la pressione fiscale (27,2%). Il giudizio degli italiani risulta d'altra parte più ottimista su alcuni particolari temi proposti: nel 53,3% dei casi si dicono fiduciosi sulla possibilità che il Governo sappia gestire le problematiche legate all'immigrazione e nel 51% dei casi che saprà tutelare il Paese dalle minacce del terrorismo internazionale.

Secondo l' Eurispes occorre che lo Stato ritorni ad essere protagonista e guida del futuro degli italiani. Lo Stato si è via via privato di una serie di poteri e di competenze senza che ciò producesse una maggiore efficienza della macchina amministrativa e un miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Danni altrettanto importanti li ha provocati la teoria del “privato è bello, il pubblico è brutto” che ci ha portato a smantellare la presenza dello Stato sul fronte economico e produttivo.

Per quanto riguarda il rapporto con l'Europa, oltre sei italiani su dieci (60,9%) ritengono che il nostro Paese debba restare in Europa (+12,1% rispetto all'indagine del 2017) mentre il 14,2% vorrebbe uscirne definitivamente. La maggioranza degli italiani vuole che l'euro continui ad essere la moneta corrente (53,1%), solo il 23,9% vorrebbe che l'Italia uscisse dalla moneta unica.

Cresce l'ottimismo rispetto alla percezione della situazione economica. Il 41,8% dei cittadini ritiene che negli ultimi 12 mesi, la situazione economica del Paese sia rimasta stabile, con un valore superiore a quello del 2018 di quasi 3 punti (38,9%) e di quasi 20 punti rispetto al 2017 (22,2%). Tuttavia, ben il 45,1% degli italiani afferma di essere costretto a utilizzare i risparmi per arrivare alla fine del mese (40,7% nel 2018) mentre un terzo non ha difficoltà (33%); il 22% riesce a risparmiare; più di 1 su 4 (27,7%) incontra difficoltà a pagare le utenze; il 21,1% a sostenere le spese mediche. Tra coloro che hanno un mutuo, quasi un terzo (32,7%) paga con fatica le rate e la metà di chi è in affitto fatica a pagare il canone. Per far fronte alle difficoltà, il 32,6% è stato costretto a ricorrere al sostegno economico della propria famiglia di origine, uno su dieci ha chiesto prestiti a privati (10,1%).

I consumi delle famiglie italiane rimangono mediamente stabili rispetto ai valori dello scorso anno. Un vero e proprio boom ha, invece, registrato la voce di spesa dedicata alle badanti: dal 24,9% del 2018 all'attuale 42,2% gli italiani che affermano di aver speso di più per questa voce; in particolare, a spendere di più sono le persone che vivono sole (62,5%).

Il Rapporto ci offre dati interessanti anche sul tema della sicurezza. Quattro italiani su dieci (39%) ritengono di vivere in città “poco” (33,1%) o “per niente” (5,9%) sicure. Al contrario, il 47,5% crede che il luogo dove vive sia “abbastanza” (39,4%) o “molto” (8,1%) sicuro. Negli ultimi tre anni, la paura di subire reati è rimasta invariata per la maggior parte dei cittadini (59,1%). Gli italiani si sentono minacciati in primo luogo dal furto in abitazione (25,4%), segue il timore di subire un'aggressione fisica (20,8%, +3,8% rispetto al 2009).

Il 22,5% degli italiani crede che per risolvere il problema della criminalità bisognerebbe garantire la certezza della pena, il 18,1% che sarebbe necessario rafforzare il dispiegamento delle Forze dell'ordine, il 17,8% vede la soluzione nell'inasprimento delle pene. Quasi un cittadino su quattro pensa che legittimare il possesso di armi serva a difendersi e in un terzo dei casi sarebbero disposti ad acquistarne una.

Si registrano alcune differenze anche rispetto ai temi etici. Il 65,1% degli italiani è favorevole alla tutela giuridica delle coppie di fatto, indipendentemente dal sesso, con un risultato in leggera flessione rispetto al 2016 (-2,5%); il dato appare invece in leggera ripresa rispetto al 2015, quando i favorevoli erano il 64,4%, ma è fortemente diminuito rispetto agli anni 2013 e 2014 (rispettivamente 77,2% e 78,6% di opinioni favorevoli).

Il 31,1% dei cittadini si dice favorevole all'adozione di bimbi anche per le coppie omosessuali, a fronte del 68,9% contrari. Negli anni si è registrato un modesto, ma costante incremento delle persone aperte ad una eventualità del genere: dal 27,8% del 2015 al 29% del 2016, fino al dato di oggi. Poco più della metà dei cittadini, il 50,9% si dice a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso, una percentuale che nel 2016 arrivava al 47,8%.

Sul tema dell'eutanasia l'opinione è in larga maggioranza positiva: il 73,4% del campione si dichiara infatti favorevole, un dato in forte ascesa rispetto agli anni passati, quando il 55,2% (2015) e il 59,9% (2016) degli italiani esprimevano la medesima opinione. Ma gli italiani precisano che vi si dovrebbe ricorrere solo in caso di coma irreversibile (77,5%) o di estrema sofferenza fisica (64,6%).

L'opinione positiva sul testamento biologico vede un decremento dei favorevoli di quasi quattro punti percentuali, passando dal 71,6% del 2016 al 67,9% del 2019, e si attesta su valori vicini, anche se leggermente inferiori, a quelli del 2015 (67,5%).

05/02/2019

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