22° Rapporto Osmed Aifa, l’uso dei farmaci in Italia

22° Rapporto Osmed Aifa, l’uso dei farmaci in Italia

E' stato pubblicato il 22° Rapporto annuale sull’uso dei farmaci in Italia nel 2021. 

La spesa farmaceutica per la componente pubblica impegna una quota pari a oltre il 17% della spesa sanitaria, a cui si aggiungono ulteriori 9 miliardi di spesa privata, pagata cioè direttamente dai cittadini. La spesa farmaceutica è da ritenersi sotto controllo, in quanto cresce in percentuale meno di altre componenti di spesa (personale, assistenza ospedaliera etc), considerando anche che in questo ultimo anno in essa vanno annoverati 2,3 miliardi di investimenti per i vaccini Covid e i farmaci monoclonali. I nuovi interventi normativi approvati dal Parlamento per il 2021 hanno determinato sia un aumento delle risorse disponibili sulla farmaceutica grazie all’aumento del FSN ma anche una rimodulazione dei tetti a favore degli acquisti diretti (da 6,89% a 7,85%); ciò ha fatto registrare una netta riduzione dello sfondamento che deve essere ripianato da Regioni e Aziende farmaceutiche.
Qui si seguito riportiamo una sintesi del Rapporto.

La spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata nel 2021 pari a 32,2 miliardi di euro, in aumento del 3,5% in confronto al 2020, e rappresenta un’importante componente della spesa sanitaria nazionale che incide per l’1,9% sul Prodotto Interno Lordo (PIL). La spesa pubblica, con un valore di 22,3 miliardi, tiene conto del 69,2% della spesa farmaceutica complessiva e del 17,4% della spesa sanitaria pubblica, ed è in lieve crescita rispetto al 2020 (+2,6%).

Nel 2021 la spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, è stata pari a 21,2 miliardi di euro con un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente. È possibile notare una stabilità della spesa territoriale pubblica e un aumento di quella privata. La spesa territoriale pubblica, comprensiva della spesa dei farmaci di classe A erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto, è stata di 12,0 miliardi di euro, stabile in confronto al 2020; tale andamento è stato determinato prevalentemente dalla stabilità della spesa in regime di assistenza convenzionata (-0,4%), dalla riduzione della spesa per i farmaci in distribuzione diretta (-1,1%) e dall’aumento della spesa per i farmaci in distribuzione per conto (+7,9%).

La spesa a carico dei cittadini, comprendente la quota della compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto e il prezzo di riferimento), l’acquisto privato dei medicinali di classe A e la spesa dei farmaci di classe C, ha registrato un totale di 9,2 miliardi di euro con un aumento del 6,3% rispetto al 2020. Quasi tutte le componenti mostrano un aumento rispetto al 2020, in particolar modo la spesa per automedicazione (+9,5%) e quella per i farmaci erogati dagli esercizi commerciali (+14,9%). L’uso dei farmaci in Italia rimane pressoché stabile (-0,4%), data la riduzione del ticket fisso (-2,7%), mentre la quota eccedente il prezzo di riferimento è invariata rispetto all’anno precedente (+0,4%).

Nel 2021 sono state consumate ogni giorno, in regime di assistenza convenzionata, 17 confezioni per ogni cittadino e 1133,2 dosi ogni mille abitanti, riprendendo, dopo il decremento osservato nel 2020, l’andamento crescente del periodo pre-pandemia (+3,2%), rispetto al 2020. Nel complesso dell’assistenza territoriale, comprensiva di quella pubblica e privata, le confezioni dispensate sono state circa 1,8 miliardi con una lieve riduzione rispetto all’anno precedente (-1,4%). Si nota come le confezioni erogate in distribuzione diretta si riducano del 12,0% mentre quelle erogate in distribuzione per conto siano in aumento (+7,1%). Si riducono notevolmente anche le confezioni di farmaci per automedicazione (-13,4%), nonostante l’incremento della spesa. Le principali componenti della variazione della spesa farmaceutica convenzionata lorda 2021 (-0,5%) rispetto all’anno precedente evidenziano un incremento dei consumi (+2,2% in termini di dosi), una lieve riduzione dei prezzi medi (-0,5%), e, infine, uno spostamento della prescrizione verso specialità meno costose (effetto mix: -2,1%).
La Regione con il valore più elevato di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A-SSN è stata la Campania con 199,9 euro pro capite, mentre il valore più basso si registra nella PA di Bolzano (113,4 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 76%.

La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata di circa 13,8 miliardi di euro (233,5 euro pro capite), in crescita rispetto al 2020 (+4,8%), mentre i consumi risultano pressoché stabili (-0,3%). Le Regioni in cui sono stati riscontrati i valori di spesa più elevati sono l’Umbria (269,3 euro pro capite), la Campania (266,7 euro pro capite), e la Puglia (260,3 euro pro capite); al contrario, in Valle d’Aosta (175,9 euro pro capite), in Lombardia (195,7 euro pro capite) e nella PA di Trento (197,9 euro pro capite) si rilevano i valori più bassi. Un incremento della spesa, rispetto al 2020, è stato registrato, ad eccezione della Toscana e della Basilicata, in tutte le Regioni, con le maggiori variazioni in Emilia Romagna (+11,7%) e in Sicilia (+9,7%).

Nel 2021 poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, con una differenza tra uomini (58%) e donne (67%). La spesa pro capite e i consumi crescono con l’aumentare dell’età, in particolare la popolazione con più di 64 anni assorbe circa il 70% della spesa e delle dosi. Le Regioni del Nord registrano una prevalenza inferiore (59,3%) rispetto al Centro (64,7%) e Sud Italia (66,7%).
Gli antinfettivi per uso sistemico si confermano i farmaci a maggior consumo, seguiti dai farmaci dell’apparato respiratorio; mentre per i primi si continua ad osservare una riduzione dei consumi (-4,2%) rispetto all’anno precedente, per i farmaci del sistema respiratorio si assiste ad un incremento dei consumi (+12,9%). I farmaci del sistema nervoso centrale si collocano al quarto posto tra i farmaci più prescritti, con un consumo pari al 10,7% del totale, confermando l’andamento crescente delle confezioni erogate (+5,9% rispetto al 2020).

Nella popolazione anziana la spesa media per utilizzatore è stata di 557,6 euro (599,4 euro negli uomini e 525,1 nelle donne) e quasi l’intera popolazione (97,1%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica.
Ogni utilizzatore ha consumato in media oltre 3,5 dosi al giorno (con maggiori livelli negli uomini rispetto alle donne) e assunto 7,4 diverse sostanze, con un valore più basso (5,8 sostanze per utilizzatore) nella fascia di età tra 65 e 69 anni e più elevato (8,4 sostanze per utilizzatore) nella fascia di età pari o superiore agli 85 anni. Per entrambi i generi si è assistito a un progressivo incremento all’aumentare dell’età del numero di principi attivi assunti. 
L’analisi sull’andamento temporale del prezzo dei farmaci riporta una riduzione del prezzo medio per dose dei farmaci di classe A in regime di assistenza convenzionata e un corrispettivo aumento per i farmaci territoriali di classe C con ricetta. Gli approfondimenti sui farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata che sono entrati in lista di trasparenza dopo il 1° gennaio 2018, mostrano come la scadenza del brevetto e conseguentemente l’ingresso nel mercato dei farmaci equivalenti sia in grado di incidere sulla riduzione dei prezzi.

Si evidenzia ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, sebbene l’Italia sia al 2° e 1° posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo di farmaci biosimilari.
La spesa per la compartecipazione per la quota eccedente il prezzo di riferimento dei farmaci a brevetto scaduto (di seguito compartecipazione) è stata pari a 18,3 euro pro capite (circa 1,1 miliardi di euro), rappresentando il 73% della compartecipazione totale del cittadino ed evidenziando un valore pro capite maggiore al Sud e nelle Isole (23,8 euro) rispetto al Centro (20,2) e al Nord (13,6 euro).

Da un’analisi di correlazione tra la spesa per compartecipazione e il reddito pro capite regionale risulta che le Regioni a più basso reddito siano quelle che presentano una maggiore compartecipazione. La spesa totale dei farmaci di classe C-Non Negoziati (NN) è stata pari a circa 180 milioni, corrispondenti a una spesa pro capite di 3,04 euro che nel complesso risulta raddoppiata rispetto all’anno precedente. Nel caso dei medicinali di classe C erogati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche la spesa pro capite è stata pari a 10,03 euro (594 milioni di euro), in aumento dell’8,5% rispetto all’anno precedente. 
Per quanto riguarda i farmaci orfani, ossia i medicinali utilizzati per la diagnosi, la prevenzione e il trattamento delle malattie rare, nell’anno 2021 l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha concesso complessivamente l’autorizzazione per 13 nuovi farmaci orfani; di questi, 11 hanno intrapreso l’iter della negoziazione del prezzo e rimborso e 2 sono già in commercio di cui uno in classe C. Al 31 dicembre 2021, su un totale di 130 farmaci orfani autorizzati dall’EMA, 122 erano disponibili in Italia e, dei rimanenti 8 farmaci, 4 sono stati commercializzati a partire dal 2022, 2 sono in fase di definizione del prezzo e della rimborsabilità e 2 non sono stati oggetto di domanda per la negoziazione del prezzo e rimborso da parte delle aziende produttrici. La spesa dei farmaci orfani, comprensiva dell’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche e dell’erogazione in regime di assistenza convenzionata, per il 2021 ha fatto registrare un incremento del 9,4% rispetto al 2020, attestandosi al valore di 1,53 miliardi di euro, corrispondente al 6,4% della spesa farmaceutica a carico del SSN La categoria terapeutica che si attesta al primo posto sia per la spesa che per i consumi è rap- presentata dai farmaci antineoplastici ed immunomodulatori (rispettivamente 57,8% e 56,4%).

04/08/2022

Condividi l'articolo su: