Il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945.
Furono decine di migliaia i partigiani che parteciparono attivamente, spesso a prezzo della vita, alla guerra di liberazione dell'Italia dal fascismo e dall'occupante nazista.
Secondo i dati forniti dall'ANPI, l'Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani, le donne partigiane combattenti furono 35.000, e 70.000 fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. 4.653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2.750 vennero deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate. 1.070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d'oro al valor militare.
Le donne, uniche «volontarie a pieno titolo nella resistenza», in quanto non sottoposte ai bandi di reclutamento, furono impegnate in ognuno dei compiti previsti dalla lotta di Liberazione nelle sue varie modalità: nello scontro armato, nel lavoro di informazione, approvvigionamento e collegamento, nella stampa e propaganda, nel trasporto di armi e munizioni, nell'organizzazione sanitaria e ospedaliera, nei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà.
D'ogni fascia sociale e di ogni professione, giovani e meno giovani, meridionali e settentrionali, antifasciste per scelta personale, tradizione familiare o più semplicemente “di guerra” – cioè per quell'opposizione che si sviluppa sulla base della quotidianità fatta di bombardamenti, fame, lutti, dei quali si incolpa a ragione il regime – le donne non offrono alla Resistenza solo un contributo, ma partecipano attivamente, ponendosi come elemento imprescindibile della lotta stessa.
Abbiamo scelto tra le tante storie quelle di 3 donne per rendere omaggio a tutti coloro che, in ogni tempo e in ogni condizione, hanno combattuto per il valore della libertà e per la democrazia:
Clorinda Menguzzato
Ancilla Marighetto
Gabriella Degli Esposti