Rapporto Sanità OCSE, in Italia la spesa è inferiore del 15% rispetto alla media europea

Rapporto Sanità OCSE, in Italia la spesa è inferiore del 15% rispetto alla media europea

Il 7 novembre scorso è stato pubblicato il Rapporto Health at a Glance dell'OCSE che fornisce i recenti dati e trend sulla salute della popolazione e dei sistemi sanitari nei Paesi membri e nei Paesi partner dell'OCSE. All'interno del Rapporto è presente anche un focus sulla sanità in Italia.

La longevità non progredisce più, le malattie croniche e mentali colpiscono sempre di più la popolazione. Fumo, alcol e obesità continuano a provocare morti premature e a peggiorare la qualità della vita e persistono difficoltà di accesso alle cure sanitarie, in particolare tra le persone più disagiate. Inoltre, la qualità delle cure sanitarie sta migliorando in termini di sicurezza e di efficacia ma si dovrebbe dedicare maggiore attenzione ai risultati e alle esperienze riferite dai pazienti. E ancora, i Paesi spendono molto per la salute, ma non sempre spendono bene.

Nell'OCSE la spesa sanitaria supererà la crescita del Pil nei prossimi 15 anni in quasi tutti i Paesi e quella pro capite crescerà a un tasso medio annuo del 2,7% e raggiungerà il 10,2% medio del Pil entro il 2030, rispetto all'8,8% nel 2018.

Gli Stati Uniti hanno speso di più per l'assistenza sanitaria nel 2018: il 16,9% del Pil, al di sopra della Svizzera, secondo paese per la spesa con il 12,2%. Germania, Francia, Svezia e Giappone hanno speso quasi l'11% del Pil, mentre alcuni Paesi hanno speso meno del 6% del Pil, tra cui Messico, Lettonia, Lussemburgo e Turchia al 4,2%.

In media nei Paesi dell'OCSE la spesa sanitaria per persona è stata pari a circa 4.000 dollari. Gli Stati Uniti hanno speso molto di più rispetto a tutti gli altri Paesi, con una spesa che supera i 10.000 dollari per residente. Il Messico è il Paese che ha speso meno per l'assistenza sanitaria, con circa 1.150 dollari per residente.

Un maggiore uso di farmaci generici potrebbe far risparmiare sui costi, ma oggi solo la metà del volume dei farmaci venduti lo è. I generici rappresentavano oltre i tre quarti del volume dei prodotti farmaceutici venduti in Cile, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito, ma sono meno di un quarto in Lussemburgo e Svizzera nel 2017.

I sistemi sanitari e sociali impiegano sempre più lavoratori, con circa uno su dieci rispetto a tutti gli altri lavori nella sanità o nell'assistenza sociale. Spostare i compiti dai medici agli infermieri e agli altri operatori sanitari può alleviare le pressioni sui costi e migliorare l'efficienza.

Aumentare la sicurezza dei pazienti non solo migliora la salute, ma può far anche risparmiare denaro. Quasi il 5% dei pazienti ospedalizzati ha avuto un'infezione associata all'assistenza sanitaria nel 2015-17.

Il Rapporto evidenzia alcuni risultati preoccupanti per la salute e gli stili di vita malsani. Una persona nata oggi può aspettarsi di vivere in media quasi 81 anni nei paesi dell'OCSE (83 anni in Italia). Ma i miglioramenti dell'aspettativa di vita sono rallentati di recente nella maggior parte dei Paesi, in particolare negli Stati Uniti, in Francia e nei Paesi Bassi. Il 2015 è stato un anno particolarmente difficile, con l'aspettativa di vita in calo in 19 Paesi.

Le cause comprendono l'aumento dei livelli di obesità e diabete che hanno reso difficile mantenere i precedenti progressi nella riduzione delle morti per malattie cardiache e ictus. Anche le malattie respiratorie come l'influenza e la polmonite hanno più decessi, in particolare tra le persone anziane.

Le morti correlate agli oppioidi sono aumentate di circa il 20% dal 2011 e hanno causato circa 400.000 vittime solo negli Stati Uniti e sono stati relativamente elevati anche in Canada, Estonia e Svezia.

Fumo, alcol e obesità continuano, dunque, a far morire prematuramente le persone e a peggiorare la qualità della vita:

- i tassi di fumatori sono in calo, ma il 18% degli adulti fuma ancora ogni giorno;

- il consumo di alcol è stato in media di 9 litri per persona all'anno nei Paesi OCSE, equivalenti a quasi 100 bottiglie di vino. Quasi il 4% degli adulti era alcol-dipendente;

- i tassi di obesità continuano ad aumentare nella maggior parte dei Paesi OCSE, con il 56% degli adulti in sovrappeso o obesi e quasi un terzo dei bambini di età compresa tra 5-9 anni in sovrappeso;

- l'inquinamento atmosferico ha causato circa 40 morti per 100.000 persone nei Paesi OCSE. I tassi di mortalità sono molto più alti in nazioni come l'India e la Cina, con circa 140 morti per 100.000 persone.

 

Focus Italia

In Italia la spesa sanitaria è inferiore del 15% rispetto alla media europea, infatti in media si spendono 3.400 dollari pro capite, ben 600 dollari in meno rispetto alla media. Coincide invece alla media la spesa pubblica e privata sul Pil pari all'8,8%. Due buone notizie però:

- per aspettativa di vita alla nascita siamo al quarto posto (83 anni);

- gli italiani hanno il quarto tasso più basso di mortalità prevenibile (143 morti per 1.000 persone).

Ma anche due cattive notizie:

- le prescrizioni di antibiotici nelle cure primarie sono il 50% in più rispetto alla media OCSE, il che contribuisce potenzialmente a un più alto tasso di resistenza antimicrobica;

- la quota di medici di età compresa tra 55 o più anni è il più alto nell'OCSE, che potrebbe condurre a una forte carenza futura nella forza lavoro sanitaria.

Meno del 6% delle persone valuta la propria salute in modo negativo rispetto a una media OCSE dell'8,7%.

Gli italiani hanno generalmente stili di vita sani. Il consumo di alcol è basso, e l'Italia ha la percentuale più bassa di dipendenza da alcool all'interno dell'OCSE.

La quota di adulti in sovrappeso o obesa è anche relativamente bassa (46% degli adulti, rispetto alla media OCSE del 56%). Tuttavia, per la quota di bambini in sovrappeso ha il secondo valore più alto dell'OCSE.

I tassi di fumatori sono alti, con quasi il 20% degli adulti che fumano tutti i giorni.

Gli indicatori per l'accesso e la qualità delle cure sono, in generale, buoni.

Nel 2017, il volume totale degli antibiotici prescritti nelle cure primarie era di 28 dosi giornaliere per 1.000 abitanti al giorno, il secondo più alto nell'OCSE, rispetto a una media di 18. La resistenza agli antibiotici influisce sulla sicurezza del paziente negli ospedali e in Italia si registrano anche tassi superiori alla media di infezioni associate all'assistenza sanitaria (ICA), con quasi il 6% dei pazienti ospedalizzati. Le infezioni possono anche essere mortali e costare fino al 6% del budget degli ospedali. I batteri resistenti agli antibiotici possono rendere le infezioni difficili o addirittura impossibili da trattare: è necessario dunque per l'OCSE attuare politiche per combattere la diffusione della resistenza antimicrobica anche con campagne di sensibilizzazione, prescrizione ritardata di antibiotici e formazione dei fornitori.

La popolazione italiana sta invecchiando rapidamente e fa grande affidamento sulle donne (63,5%) per agire come caregiver informali per le persone con cronicità ed esigenze di cura.

Questo invecchiamento rapido crea nuove pressioni sulla salute e sui sistemi di assistenza a lungo termine.

L'Italia ha attualmente la seconda prevalenza più alta di demenza di tutto l'OCSE (23 casi per 1.000 abitanti) ed entro il 2050 si stima che più di una persona su 25 vivrà con una forma di demenza.

Nonostante questo, l'Italia ha speso meno dello 0,6% del Pil sull'assistenza a lungo termine nel 2017 ed è quintultima come numero di letti per lungodegenza.

L'OCSE consiglia un passaggio verso l'assistenza sanitaria di base basata su team che integrino in modo flessibile le competenze di vari operatori sanitari, i quali sono in grado di migliorare i risultati di salute dei pazienti con condizioni croniche e multimorbilità.

A questo link è possibile scaricare il rapporto in inglese, francese e spagnolo.

12/11/2019

Condividi l'articolo su: