Prodotto interno lordo in riduzione, costo del denaro più alto e disponibilità finanziarie a disposizione scarse, non consentiranno di fare una legge di bilancio espansiva che determini sviluppo e ripresa del Paese.
La coperta si fa sempre più corta e le esigenze dei cittadini sono in crescita e le difficolta del quotidiano si allargano anche sulla fascia media dei redditi anche in ragione dell’inflazione che produce aumenti insostenibili anche sui beni alimentari.
Dato che non si potranno trovare risposte a tutte le esigenze bisognerà individuare delle priorità che vadano in direzione degli interessi generali della popolazione. Tra questi certamente quello del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale è prioritario in attesa della messa a terra del PNRR.
La sanità pubblica deve essere difesa e migliorata infatti, molte famiglie hanno grandi difficoltà a far quadrare i conti anche perché costrette a pagare visite specialistiche e cure mediche nella sanità privata perché il pubblico non garantisce esami o trattamenti tempestivi.
Il caro vita e le spese mediche contribuiscono a portare molte famiglie sotto la soglia della povertà.
Per tali ragioni alzare i redditi da lavoro e da pensione è importante, perché oltre avere benevoli effetti sociali può stimolare anche gli acquisti e quindi dare una spinta all’economia.
Rinnovare i contratti, stabilizzare il taglio del cuneo fiscale e adeguare tutte le pensioni in essere all’inflazione, possono contribuire a migliorare la situazione sul potere d’acquisto delle persone.
Le scarse risorse per la stesura della legge di bilancio ragionevolmente non potranno dare risposta a tutte le problematiche ma cum grano salis le priorità sopra descritte appaiono le più urgenti e sostenibili.
Rimane sempre in campo il tema atavico ed irrisolto dell’evasione fiscale.
L’evasione in Italia vale due o tre finanziarie tutti gli anni, 1.672 euro a testa, neonati compresi. Dei 100 miliardi, lo Stato ne recupera appena 20 ed il dato viene rappresentato come un record. Un quinto degli evasori dichiara e poi non paga ed il resto come si suol dire… non pervenuto.
Il “nero” infatti, nel nostro Paese vale ancora quasi cento miliardi all’anno, questo è il vero record che ci fa primeggiare in Europa. C’è il gap su affitti, contributi, fino al canone Tv. Ma la parte del leone la fanno i redditi non dichiarati delle partite Iva.
Situazione ingiusta ed insopportabile per i contribuenti onesti che i vari governi nel tempo non affrontano con la dovuta energia ed efficacia e ciò, ci rende nel confronto europeo poco affidabili e seri nella gestione della cosa pubblica.
Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti