Le recenti modifiche al PNRR hanno ridotto il numero previsto degli ospedali di comunità e delle case di comunità e quindi meno strutture e macchinari, ora con la riduzione delle risorse finanziarie reali del Fondo Sanitario Nazionale rischiano anche le assunzioni di medici ed infermieri e l’aumento delle prestazioni sanitarie.
L’amara realtà è che nostri governanti e non solo gli attuali non comprendono fino in fondo che quello che si spende in sanità non è un costo ma un investimento produttivo, perché soprattutto se si privilegia la prevenzione e la medicina territoriale diventa una forma di risparmio complessivo.
La politica infatti, da decenni investe poco ed in modo insufficiente sulla sanità pubblica che non è una priorità nelle agende governative.
Questo colpevole disinteresse ha determinato la fuga dei medici ed infermieri, tempi d’attesa estenuanti, ricorso alle prestazioni sanitarie private, costi di farmaci e terapie insopportabili per molti.
Siamo la popolazione più anziana d’Europa e sappiamo che negli ultimi anni di vita con malattie e disabilità è necessario un’assistenza sanitaria specifica ed i più colpiti in questo quadro negativo sono i più fragili.
Non solo, se non si realizza l’uguaglianza dei cittadini nei diritti essenziali si ledono i principi fondamentali della nostra democrazia.
Per questo dobbiamo lottare tutti per la difesa della sanità pubblica che deve essere adeguata ai crescenti e diversi bisogni e garantire la migliore cura possibile ad ogni persona indipendentemente dal suo reddito e da dove vive.
Rendere la sanità pubblica rispondente alle esigenze dell’intera società è indice del livello di civiltà di un Paese e di autentica democrazia.
Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti